Figlio di un giocatore di baseball e di una ballerina di Broadway, James Van Der Beek, classe 1977, cominciò a recitare a soli tredici anni. Il suo esordio al cinema è datato 1995, ma è il 1998 l’annus mirabilis della sua carriera, ossia quando prese parte come protagonista alla serie tv adolescenziale Dawson’s Creek. Da allora nell’immaginario collettivo James è Dawson Leery e forse lo sarà per sempre. Perché è difficile, forse impossibile, emanciparsi da un personaggio del genere, da una serie tv che ha fatto la storia della serialità segnando milioni di adolescenti (e non solo). Come Henry Winkler, che sarà per sempre il Fonzie di Happy Days, o David Schwimmer, che verrà ricordato come il Ross di Friends. Qualunque altro ruolo interpreti, per i fan di tutto il mondo James Van Der Beek sarà sempre prima di tutto il Dawson Leery di Dawson’s Creek.
Oggi vi riveliamo 3 curiosità sull’attore statunitense:
1. NON HA MAI VISTO DAWSON’S CREEK Dawson’s Creek è andata in onda negli Stati Uniti dal 1998 al 2003 per un totale di sei stagioni. Caratterizzata per la sua peculiare verbosità e complessità dei dialoghi tra i protagonisti adolescenti, che sciorinano un vocabolario da intellettuali più che da studenti liceali, tanto da essere definita da Variety “l’equivalente adolescente di un film di Woody Allen”, è stata una delle serie tv più amate e seguite di sempre, capace di ispirare molte serie adolescenziali successive, come Gossip Girl, One Tree Hill e The O.C. Nonostante l’enorme successo e l’importanza della serie, che ha cambiato la vita degli attori, lanciandone le carriere, pare che James Van Der Beek non abbia mai visto lo show, almeno non completamente. Qualche anno fa, in occasione del ventennale di Dawson’s Creek, l’attore ha pubblicato su Instagram una foto degli esordi che lo ritrae insieme agli altri membri del cast Katie Holmes/Joey Potter, Michelle Williams/Jen Lindley e Joshua Jackson/Pacey Witter, per poi “confessare” sui social: «Sì, è vero che non ho visto la maggior parte degli episodi… Mi avrebbe impegnato il 100% dei giorni e non sarebbe stata una scelta sana… Ma il bello di tutto ciò è che la mia impressione della serie adesso è quella in cui voi mi avete fatto rispecchiare per anni… ed è stato splendido esserne testimone».
2. IL TRAUMA DEGLI ABORTI Dopo il primo matrimonio con l’attrice Heather Ann McComb, durato dal 2003 al 2009, il primo agosto 2010 James Van Der Beek ha sposato Kimberly Brook, da cui ha avuto 5 figli. Purtroppo però i due genitori hanno dovuto affrontare anche il dramma dell’aborto, per ben quattro volte. L’ultimo, risalente al 2019, mentre aspettavano il sesto figlio, è stato particolarmente traumatico, perché intervenuto in un momento avanzato della gravidanza. Queste le parole dell’attore sui social: «Siamo distrutti, devastati, sotto choc. È così che ci sentiamo subito dopo che l’anima a cui pensavamo di dare il benvenuto nella nostra famiglia in aprile ha preso una scorciatoia per ciò che si trova oltre questa vita. Ci siamo già passati prima, ma mai così avanti nella gravidanza e mai accompagnati da questo senso di minaccia così spaventoso, orribile per la salute di Kimberly. Sono grato che ora si stia riprendendo, ma ora stiamo facendo i conti con tutto il resto». Dopo aver ringraziato quanti hanno manifestato vicinanza alla sua famiglia, l’attore prosegue: «Come molti di voi hanno detto “non ci sono parole”, ed è vero. Ecco perché in un momento come questo è sufficiente sapere che ci siete. Uniti, oggi, al dolore e alle nostre preghiere».
3. LA RECENTE PERDITA DELLA MADRE Nel luglio di quest’anno è venuta a mancare Melinda Weber, madre di James Van Der Beek. L’attore, legatissimo alla figura materna, si è lasciato andare a un lungo sfogo su Instagram: «Anche se sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, e anzi ci saremmo aspettati di essere arrivati alla fine un anno e mezzo fa, sono sotto shock. Sono grato che non stia più soffrendo, sono triste, sono arrabbiato, sono sollevato. […] Per i suoi studenti, era Miss Melinda, un’insegnante entusiasta e creativa, il cui motto era “Non esiste una parola come non posso”. Per i miei figli, era nonna M., una nonna magica, con una risata fragorosa e un seminterrato pieno di costumi e luci di Natale. Per me, era semplicemente la mamma. Mi ha dato la vita. Mi ha insegnato a fare le capriole. Mi ha accompagnato al primo provino. Ha creduto in me basandosi su nient’altro che il proprio istinto e mi ha trasmesso una follia che è stata cruciale non solo per il mio successo, ma per la mia felicità».