Circa una settimana fa, mentre l’attenzione era rivolta al coronavirus, è avvenuto il naufragio di migranti più grave del 2020. Almeno 140 persone sarebbero morte al largo del Senegal nel naufragio di una imbarcazione. A riferirlo è l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). L’imbarcazione trasportava circa 200 migranti; le marine senegalesi e spagnole, assieme ai pescatori che si trovavano nelle vicinanze, ne sono riusciti a salvare circa 59, riuscendo a recuperare altri 20. Secondo fonti locali, l’imbarcazione avrebbe preso fuoco poche ore dopo la partenza da Mbour e si è capovolta vicino a Saint-Louis, sulla costa nord-occidentale del Senegal. In totale, denuncia Alarm Phone, sarebbero circa 480 i migranti morti o dispersi in seguito a naufragi avvenuti al largo delle coste del Senegal a partire da sabato 24 ottobre in 5 naufragi. L’Ong, inoltre, segnala il crescente utilizzo della cosiddetta “rotta atlantica”, quel tratto di mare che dal Senegal spinge i migranti a intraprendere viaggi rischiosi per raggiungere le Isole Canarie per mettere piede sul territorio spagnolo e dunque europeo.
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