La festa dei Santi e il giorno per la commemorazione dei defunti ricadono rispettivamente il 1° e il 2° novembre, con le proprie storie e tradizioni da rispettare ma sul calendario solo quella dedicata ai Santi è segnata in rosso ed è quindi considerata festiva per tutti i lavoratori.
1° e 2° novembre: dalla storia alle tradizioni
La festa di Ognissanti, attualmente, apre il mese di novembre ma, secondo fonti storiche, in origine si celebrava il 13 maggio, non troppo lontano dalla Pasqua. Quando infatti nel IV secolo si cominciarono a celebrare le commemorazioni dei martiri, Papa Gregorio III scelse il 1° novembre per l’anniversario della consacrazione di una cappella dedicata a San Pietro e alle reliquie dei santi, quindi il mese di novembre veniva già vissuto come quello della festa di tutti i santi, fino però all’835 con il decreto del re Luigi I di Francia, (detto il Pio), emesso su volontà di Papa Gregorio IV, che decretò il1°novembre festa di precetto.
In occasione di questa festività si celebrano tutti i Santi che sono in cielo e possono festeggiare l’onomastico tutti coloro che portano il nome di santi non presenti nel calendario liturgico.
Il giorno successivo, invece, si celebra la commemorazione dei defunti la cui origine risale ad un rito bizantino che celebrava i defunti tra gennaio e febbraio ma che poi cambiò periodo di celebrazione per la riforma cluniacense ad opera dell’abate benedettino Sant’Odilone di Cluny, che invece stabilì di far suonare le campane dell’abbazia con rintocchi funebri dopo i vespri del 1° novembre, collegando quindi le due festività. Il 2 novembre però è più comunemente conosciuto come il giorno dei morti, il colore liturgico è il nero che può essere sostituito con il violaceo.
La tradizione comune a tutti è di portare fiori e lumini ai propri cari al cimitero accostati anche ad usanze diverse da regione a regione su dolcetti tipici come i torroncini chiamati morticelli in Campania, ai pupi di zucchero in Sicilia o gli stinchetti dei Morti a forma di tibia, tipici dell’Umbria.
Il fiore dei morti
Secondo la tradizione italiana, il fiore dei morti è il crisantemo che fiorisce proprio a novembre e per questo viene associato al lutto, ma nel resto del mondo è un fiore associato alla gioia e viene regalato in occasione dei festeggiamenti come matrimoni o compleanni. Il crisantemo ha però una leggenda che narra dell’incontro tra uno spirito e una bambina, sofferente per la mamma gravemente malata, alla quale lo spirito disse che la mamma avrebbe vissuto tanti giorni quanti erano i petali del fiore che aveva con sé. La bambina allora tagliò in tantissime striscioline quei pochi petali che aveva il fiore e grazie al suo gesto la mamma visse a lungo con lei. In questo mondo nacque il crisantemo, un fiore dai mille petali.
Dove acquistare ceri votivi in Campania
Andare a far visita ai propri cari al cimitero e portare fiori e ceri votivi è un’usanza comune ma che permette di rinnovare il legame con i defunti e di compiere un semplice gesto di affetto e di attenzione verso di loro. In commercio, ci sono diversi tipi di ceri votivi da acquistare per il giorno della commemorazione dei defunti.
Una delle aziende in Campania leader nella produzione, distribuzione e vendita di ceri è la Cereria Andrea e Gerardo Nappi che, attraverso lo shop online, vi permette l’acquisto di ceri votivi di diversa dimensione da scegliere secondo le vostre preferenze.