Teresa, la vedova di Salvatore Renna, l’operaio morto sul lavoro nel cantiere della Metro di Napoli, è una donna affranta dal dolore e amareggiata, perché al funerale di Salvatore non era presente alcun rappresentante del Comune di Napoli né di Metronapoli.
La morte dell’operaio è stata causata da una negligenza dei controlli sulla sicurezza. Non si è trattato di un incidente come alcuni insinuano: “Dobbiamo sopportare anche chi dice che Salvatore, mentre lavorava è stata colto da un malore”, dice ancor più amareggiata Teresa.
Che mentre piange la morte dell’amato marito, preoccupandosi per il futuro delle figlie, non avendo lei un lavoro stabile per garantire loro una vita dignitosa, trova la forza di ricordare gli ultimi giorni felici di Salvatore, quando ebbe la notizia, dopo anni di disoccupazione, di aver trovato un lavoro in nero nel cantiere della Metro di Napoli.
L’entusiasmo fu per lui più forte di tutto. Era tanto il suo desiderio di lavorare da sottovalutare il pericolo, di cui era sicuramente cosciente.
Salvatore, un’altra vittima dell’ingiusta sociale che si abbatte sugli ultimi, sugli eroi dimenticati che muoiono sul campo di battaglia.
Ma questo non è bastato a sensibilizzare il Comune di Napoli né tantomeno Metronapoli, che al suo funerale erano assenti