Gioventù bruciata (Rebel Without A Cause) è un film del 1955 diretto da Nicholas Ray e girato con la tecnica del CinemaScope. La pellicola ha per interpreti principali James Dean (Jim Stark), Sal Mineo (John Crawford / Plato), Nathalie Wood (Judy), Jim Backus (Frank Stark), Ann Doran (Carol Stark), Virginia Brissac (nonna di Jim Stark), Corey Allen (Buzz Gunderson), William Hopper (padre di Judy), Rochelle Hudson (madre di Judy), Edward Platt (agente Ray Fremick), Marletta Candy (governante di Plato), Beverly Long (Helen), Robert Foulk (Gene), Jack Simmons (Cookie), Dennis Hopper (Goon) e Ian Wolfe (narratore al planetario).
Nel 1990 il film è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli USA e nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al 59o posto della classifica dei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi. Fra i riconoscimenti la pellicola vanta 3 nomination ai Premi Oscar 1956 (miglior attore non protagonista a Sal Mineo, miglior attrice non protagonista a Nathalie Wood, miglior soggetto a Nicholas Ray) e due nominaton ai Premi BAFTA 1957 (miglior film e miglior attore straniero a James Dean).
TRAMA Il diciassettenne Jim Stark viene arrestato per ubriachezza molesta e quando i genitori e la nonna vengono a prelevarlo nella locale stazione di polizia, l’agente Ray Fremick della sezione minorile comprende le ragioni del comportamento del ragazzo, il quale recentemente si è trasferito in città a seguito di un evento violento occorsogli in precedenza e della sua incomunicabilità con i genitori. Judy è una ragazza intravista da Jim alla stazione di polizia, fermata a seguito di una rissa dove sono stati coinvolti i suoi amici, anche lei turbata da un rapporto difficile col padre e fa parte di una banda il cui capo è un ragazzo di nome Buzz. Poi c’è Plato, un giovane che vive con la governante, abbandonato dal padre in tenera età e con una madre assente, fermato dalla polizia per aver sparato a dei cani. Il giorno dopo l’arresto, Jim viene fermato da Buzz di fronte alla scuola ed invitato da questi a partecipare ad una pericolosa prova di coraggio, la cosiddetta chicken run, consistente nel lanciarsi a forte velocità a bordo di una macchina e gettarsi fuori prima che questa precipiti in uno strapiombo a picco sul mare. Il drammatico esito della prova a cui Jim si sottopone, dopo aver invano cercato consiglio dal padre, innescherà una serie di eventi che se salderanno l’amicizia con Plato e l’amore con Judy, porteranno ad un tragico finale che segna il traumatico passaggio all’età adulta per i giovani protagonisti ed alla speranza di un miglioramento nel rapporto con i genitori.
ANALISI Un giovane pieno di rabbia e duro solo in superficie, in realtà vive oppresso da una vita familiare in bilico fra l’apatica vigliaccheria e l’illusione di una tranquillità apparente da preservare evitando i problemi della vita. Una ragazza oppressa dalla normalità imposta dai genitori cerca l’amore ma si ritrova immersa nella spavalda esistenza dei bulli del paese. Un ragazzo complessato, orfano di padre e con una madre che lo trascura, vive nella paura di essere emarginato. Tre caratteri diversi in apparenza ma uniti da un comune senso di disadattamento sociale e familiare si ritrovano uniti da una serie di tragiche circostanze. L’azione scorre veloce concentrando l’attenzione sui personaggi che in un breve ed illusorio istante di pace fuori dalla quotidianità opprimente scoprono il valore dell’amicizia e dell’amore. L’ultimo tragico evento che, non a caso, colpisce il più innocente dei tre amici, è una drammatica denuncia di una società che preferisce giudicare ed educare i figli prima ancora di capirli, sostenerli ed amarli come davvero si conviene. Un barlume di speranza sembra emergere nel confronto padre e figlio che chiude il dramma.
“RIBELLI SENZA UNA CAUSA” Il titolo originale del film è un riferimento all’omonimo libro del 1944 scritto dallo psichiatra Robert Lidner. Seppur la casa produttrice Warner avesse acquistato i diritti sul libro, la riduzione in celluloide, alla quale presero parte diversi sceneggiatori nel corso degli anni, risulta completamente diversa dall’argomento del libro. Il film ha per oggetto un’intera generazione di teenager (adolescenti) nella seconda metà degli anni cinquanta ma soprattutto narra la storia di un brusco e doloroso passaggio all’età adulta. Ponendo l’attenzione sul delineare i caratteri difficili dei giovani protagonisti, la pellicola documenta in modo schietto i riti della generazione post-bellica nella provincia statunitense, una generazione di “ribelli senza causa” quale specchio del nostro disincanto, la cattiva coscienza di una civiltà in declino che nell’illusione di voler mantenere una tranquillità apparente di fatto rinuncia ad affrontare i problemi che inevitabilmente portano la crescita dei figli soprattutto nella fase adolescenziale.
CURIOSITÀ Inizialmente il ruolo di Jim doveva andare a Marlon Brando, che nel 1947 sostenne un provino per il regista, ma Brando rifiutò la parte per dedicarsi al teatro. Il film vede, nel ruolo di nonna di Jim, l’ultima apparizione sul grande schermo di Virginia Brissac, attrice proveniente dal teatro che dagli Anni Trenta diventa una celebre caratterista di Hollywood. James Dean, Sal Mineo e Dennis Hopper hanno recitato insieme ancora nel 1995 diretti da George Stevens (Il gigante).
(da sinistra) Nathalie Wood, James Dean e Sal Mineo
FAMA E MALEDIZIONE La fama del film col tempo è cresciuta rendendolo un cult movie e soprattutto un film maledetto per la prematura scomparsa che, in tempi diversi, ha colpito i tre protagonisti. James Dean morì a 24 anni in un incidente automobilistico un mese prima dell’uscita del film e tutt’ora viva è la leggenda che la Porsche 550 Spyder posseduta da Dean, da lui ribattezzata Little Bastard, e da lui guidata al momento dello scontro mortale sulla US Route 466 a est di Cholame (California), porti sfortuna a chi ne possieda dei pezzi. La vettura andò quasi del tutto distrutta nell’incidente e le parti ancora intatte, prima rivendute da Geroge Barris e poi a lui restituite non sono state ritrovate malgrado una taglia milionaria e la circolazione di molte repliche della vettura. Sal Mineo fu assassinato a 37 anni nel 1976 e oscuro resta il movente (chi dice omofobia, chi il consumo di droga, di cui Mineo era dipendente). Nathalie Wood annegò, in circostanze mai del tutto chiarite, durante una gita in yacht assieme al marito attore Robert Wagner e all’attore Christopher Walken, a 43 anni nel 1981.
RIBELLE PER VIVERE La ribellione simboleggiata da Jim Stark /James Dean ha un carattere tutto interiore che la discosta da quella difesa dai Beatnik (rappresentanti della cosiddetta Beat Generation i cui connotati sono immortalati da Jack Kerouac nel suo romanzo Sulla strada) pochi anni dopo il film. Profondamente diversa è da quella ludica “voglia di libertà” che caratterizzava gli adolescenti-consumatori che si radunavano nella sale da ballo d’America nella prima metà degli anni cinquanta. E nemmeno la si può accostare alla ribellione marcatamente “politica” delle Grandi Correnti Giovanili del ’68.
Jim si ribella ad una placida vita familiare: la madre, una modesta massaia dalle vedute corte; il padre, del tutto privo di spina dorsale, non sa allevarlo come dovrebbe. Respinge la noia della routine quotidiana che non offre sorprese in un piccolo paese immobile della provincia americana. Non lega con i suoi coetanei, riuniti in branchi, una massa indistinta e instupidita in cui, a differenza dell’umanissimo e impulsivo mal de vivre di Jim, circola un ottuso atteggiamento che porta ignoranza, crudeltà, istinto di sopraffazione che minaccia e sfida lo “straniero” (Jim viene preso subito di mira, sbeffeggiato a parole, minacciato con dei coltelli a serramanico). L’amore scivola leggero all’interno della vicenda (un rapido bacio fra Jim e Judy, in un momento di quiete prima della rocambolesca fuga verso il tragico e tormentato epilogo) per poi rispuntare, frettolosamente, nelle ultime inquadrature come speranza di cambiamento in meglio.
UN MONITO PER I GENITORI Una società ed una dimensione familiare che preferiscono l’apatia di una fragile tranquillità di facciata non fa altro che dissimulare una patetica paura di vivere che può solo rovinare chi si crede di poter difendere i figli, costringendoli a reazioni emotivamente violente e insofferenti che di fatto non hanno altra colpa che gridare disperatamente di essere compresi e sostenuti piuttosto che (mal)educati e giudicati.
Un tema questo che purtroppo è ancora tristemente attuale e se i genitori non si dimostrano capaci del ruolo che devono svolgere nel modo corretto, affrontando a viso aperto con la comprensione ed il dialogo i problemi via via più difficili della crescita da entrambe le parti, allora non sorprende più di tanto che gli adolescenti si sentano sempre più attratti dall’illusione di un breve istante di vita che può concedere un gesto estremo il cui tragico e seducente effetto è immortalato nelle parole di Neil Young rese tristemente immortali da Kurt Cobain che le ha scelte per il suo congedo da una vita terminata a 27 anni con un colpo di fucile alla testa:
“… è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.”
SIMBOLO DI UNA GENERAZIONE.