Con decreto firmato il 23 giugno, il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino, ha comunicato il recepimento delle linee guida e ha delineato le modalità per riprendere a celebrare nelle oltre 100 chiese della Diocesi le comunioni e i battesimi, oltre alle messe di commemorazione per i defunti e le esequie.
- Si dà la possibilità di celebrare le Prime Comunioni nel nuovo anno pastorale, ma a condizione che sia premesso un congruo tempo di catechesi e che la celebrazione avvenga secondo le prescrizioni sanitarie vigenti e, preferibilmente, a piccoli gruppi.
- La Celebrazione delle Cresime rimane temporaneamente sospesa secondo l’attuale Protocollo tra Governo e CEI. Si chiederà alla CEI di farne oggetto di riflessione nel tavolo di lavoro con
il Governo. - Con riferimento ad alcune richieste in riferimento alle matrimoni, i vescovi dispongono che, nelle Diocesi dove il sacramento del matrimonio non si celebra di domenica, tale norma continua ad essere in vigore. Non è consentita inoltre la celebrazione del matrimonio in luoghi diversi dall’aula liturgica sua propria, secondo la norma del Codice di Diritto Canonico.
- Riguardo le Processioni e le feste patronali, in attesa di una interpretazione più soddisfacente del recente Decreto (11 giugno 2020) del Ministero sulle “modalità di svolgimento delle processioni religiose”, soprattutto in ordine alla sicurezza sanitaria e all’attribuzione delle responsabilità, si conferma quanto già stabilito, e cioè che «Le processioni e feste patronali, per altro già non consentite dalle attuali prescrizioni del Governo, siano sospese fino a nuove disposizioni. Rientrano in tale provvedimento anche quelle manifestazioni che prevedano, pur senza il concorso di popolo, il portare la statua del santo per le strade. Il divieto delle feste patronali è motivato anche dalla drammatica crisi sociale seguita all’emergenza sanitaria. Non sarebbe tollerabile assistere a feste utilizzando le offerte della gente mentre aumentano i poveri».
- Per quanto riguarda i battesimi, gli aspiranti padrini non cresimati non possono fungere da padrini. Si prenda in considerazione quanto previsto dal Codice di Diritto Canonico: «Al battezzando, per quanto è possibile, venga dato un padrino».