Le furenti manifestazioni di piazza che si stanno scatenando da giorni negli USA sono nate, ufficialmente, in seguito alle diffusioni delle immagini della morte dell’afroamericano George Floyd durante un’eccesso di forza della polizia a Minneapolis. Nei giorni successivi, tuttavia, si è scoperto che non è l’unico caso recente. In effetti in tutti gli States si sta protestando contro il razzismo imperante ed endemico ma tutti sono dall’inizio ben consci che non è una battaglia nel nome di una sola persone. In particolare, sono spuntati altri due casi di omicidio simili a quello di George Floyd: i casi di Breonna Taylor e Manuel Ellis.
Il caso Taylor
L’omicidio è avvenuto poco dopo la mezzanotte del 13 marzo scorso a Louisville. Tre agenti della polizia locale hanno fatto irruzione nell’appartamento dove Taylor dormiva con il fidanzato. Secondo del Louisville Courier Journal, i poliziotti stavano indagando su due uomini sospettati di vendere droga, probabilmente proprio in quella casa, e il giudice aveva firmato il mandato di perquisizione perchè i due avevano avuto rapporti con la ragazza. Il mandato, inoltre, consentiva la perquisizione cosiddetta “no-knock“, ovvero i poliziotti avevano il diritto di entrare senza bussare o annunciarsi, per cogliere così di sorpresa i sospetti. In quel momento in casa c’erano Taylor e il suo fidanzato, l’afroamericano 27enne Kenneth Walker e i due erano a letto nel momento in cui la polizia ha fatto irruzione nell’appartamento.
Secondo Walker e i vicini di casa di Taylor, hanno sentito bussare, poi gli agenti, che non indossavano divise della polizia, hanno sfondato la porta. Walker, svegliatosi di soprassalto per il rumore e credendo che fossero dei ladri, aveva preso la propria pistola – per cui aveva un regolare porto d’armi – e aveva sparato in difesa. La polizia ha risposto: almeno 20 proiettili, 8 dei quali andati a segno contro la Taylor, ancora a letto. Nella sparatoria uno dei poliziotti è stato ferito non in maniera grave a una gamba e in casa non sono state trovate droghe.
Trigger Warning: Fatal Police BrutalityVideo of Manuel Ellis being beaten and tased by Tacoma Police. (1 of 2 posts) #JusticeForManuelEllis
Pubblicato da Tacoma Action Collective su Giovedì 4 giugno 2020
Il caso Ellis
I fatti risalgono al 3 marzo scorso e sono stati scoperti dall’opinione pubblica negli scorsi giorni grazie ad un video diffuso. Nel filmato, girato a Tacoma, si vede il 33enne scaraventato a terra all’improvviso e gli agenti che continuano a colpirlo con pugni e calci. La polizia ha affermato che sarebbe stato Ellis ad aggredire la polizia, ma nel video, in ogni caso, si vede chiaramente che la polizia non si è limitata a immobilizzarlo ma ha infierito su di lui fino a ucciderlo. L’omicidio di Manuel Ellis ricorda per molti versi la vicenda legata a George Floyd: anche Ellis è infatti morto per mancanza di ossigeno causata dalla pressione fisica esercitata su di lui dagli agenti. Particolare importante è che, come per il caso Floyd, anche Ellis avrebbe gridato agli agenti “Non riesco a respirare”. Il governatore dello stato ha chiesto un’indagine, mentre il sindaco di Tacoma ha richiesto che gli agenti vengano licenziati.