La Serie D tra dubbi e polemiche: tesi gli equilibri dei Dilettanti

di Giorgio Lisio

L’emergenza sanitaria ha stravolto la vita di tutti noi. Il mondo del calcio a sua volta ha dovuto chiudere i battenti. Il dibattito morale, è giusto o no ricominciare a giocare, è ancora vivo nella Penisola, e non solo. Se per Serie A e Serie B si procede verso la ripresa dei giochi a velocità sostenuta (20 giugno), in Serie C si studia una soluzione per terminare al meglio la stagione. Discorso ben diverso per i campionati dilettantistici con la Serie D protagonista negli ultimi giorni. La LND è stata la prima lega italiana di calcio a sospendere ogni attività, giovanili e senior. Una scelta difficile ma condivisa da tutti, società e tifosi.

Recentemente, la LND ha proposto la cristallizzazione delle classifiche al momento dell’interruzione forzata, con promozione delle prime classificate, con una speciale graduatoria in base al merito per il ripescaggio delle migliori seconde classificate e retrocessione delle ultime quattro piazzate dei 9 gironi di interregionale. In seguito all’approvazione della soluzione firmata Sibilia da parte della FIGC, si sono avute reazione ovviamente discordanti: Lucchese, Pro Sesto, Campodarsego, Mantova, Grosseto, Matelica, Turris, Bitonto e Palermo festeggiano la promozione in Serie C. L’altro lato della medaglia vede però un buon numero di società, da Nord a Sud, che hanno manifestato con forza la propria disapprovazione.

Si tratta di 31 delle 36 squadre retrocesse: Alfonsine, Anagni, Avezzano, Bastia, Budoni, Chieti, Ciliverghe Mazzano, Corigliano Calabro, Dro Alto Garda, Fezzanese, Grumentum Val d’Agri, Inveruno, Jesina, Ladispoli, Levico Terme, Ligorna, Milano City, Marsala, Nardò, Palmese, Ponsacco, Sangiustese, San Luigi, Savignanese, Tamai, Tor Sapienza, Vado, Vigasio e Villafranca Veronese, insieme alle campane Agropoli e San Tommaso.

Dalla comune protesta è nato un comitato “Serie D Salviamoci, a rappresentanza delle 31 società che hanno deciso di contrastare questa decisione, diffidando FIGC e LND. Secondo queste compagini si tratta di una decisione ingiusta, viste le otto giornate mancanti alla chiusura dei campionati di quarta serie. Il punto di vista del comitato “Serie D Salviamoci” capeggiato dal presidente del Grumentum Val d’Agri, è chiaro:

Si fa seguito alla illegittima, irricevibile ed umiliante proposta dell’ultimo Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti che vorrebbe sancire oltre che la sospensione dei campionati pure la retrocessione delle ultime quattro squadre classificate di ogni raggruppamento senza che queste ne avessero terminato sportivamente la disputa (ed impedendo loro di ottenere la salvezza sul campo); peraltro, in un momento storico terrificante a causa del Covid-19 (saremmo l’unico esempio negativo di tutto il panorama nazionale). Per tali ragioni, si è ritenuto doveroso, in data odierna, diffidare la FIGC dal recepire la aberrante proposta della Lega Nazionale Dilettanti con l’avvertimento che, in difetto, si faranno tutta una serie di azioni giudiziarie a tutela di diritti violati sportivi e patrimoniali. Della circostanza sono stati resi edotti il Presidente del Consiglio Prof. Giuseppe Conte, il Ministro della Sport Dott. Vincenzo Spadafora, il Ministro del Lavoro e delle politiche Sociali Dott.ssa Nunzia Catalfo ed il Presidente del CONI Dott. Giovanni Malagò. A parte la mancanza di ratio sportiva e giuridica della proposta di cui sopra, ciò che ne scaturirebbe sarebbe molto grave, ovvero la possibilità di mancata iscrizione di 36 realtà sportive di tutta Italia, di importante riferimento nel territorio di appartenenza (molte delle quali colpite pesantemente dalla pandemia), che non accetterebbero tale bulgara retrocessione, non iscrivendosi più a nessun campionato. Si dubita fortemente che la riforma organica dell’ordinamento dello sport come ventilata sia di pronta realizzazione ai fini della risoluzione del grave problema in atto“.

Il Gruppo “Serie D, Salviamoci” verrà coordinato dall’Avvocato e Presidente del Grumentum Val D’Agri, Antonio Petraglia, e dal portavoce Antonio Erario. Ma, oltre alle società, si sono mossi anche i 27 capitani delle stesse società. Dopo un confronto i giocatori hanno stilato una lettera da inviare alla Lega dilettanti e alla FIGC. Nel testo viene ribadito con forza il concetto di non voler accettare una retrocessione a tavolino per via della pandemia. Il messaggio emblematico è stato pubblicato sul profilo Facebook di Francesco Cardinali, capitano ed attaccante del Città di Anagni:

Riteniamo che non si possa retrocedere per colpa di una pandemia, con tante gare ancora da dover giocare. Crediamo che non sia giusto promuovere le migliori seconde dell’Eccellenza e far retrocedere le ultime quattro della Serie D; e non ne facciamo una distinzione economica, al contrario. Sappiamo degli innumerevoli sforzi che anche i presidenti di società appartenenti alla seconda categoria dilettantistica compiono ogni anno, con la speranza di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi e regalare palcoscenici ancora più importanti alle proprie tifoserie e alle proprie città. La verità, però, è che in condizioni normali, anche facendo i Playoff ,non si viene automaticamente promossi, e ad avere diritto al passaggio in Serie D sono solamente le prime di ogni girone. Riteniamo ingiusto, inoltre, che siano le società che sono in netto ritardo con i pagamenti a mantenere la categoria, mentre le società che hanno, con puntualità, mantenuto gli accordi verranno inesorabilmente penalizzate. La decisione presa dalla Lega Nazionale Dilettanti, in aggiunta ad una situazione già precaria per l’emergenza sanitaria in corso, mette in seria difficoltà molti ragazzi, atleti ma ancor prima padri di famiglia, che devono avere il modo e i mezzi per poter sostenere dignitosamente loro stessi e i propri cari”.

Per la stagione 2020-2021, invece, l’intenzione è quella di cominciare già il primo luglio, come affermato dallo stesso presidente Cosimo Sibilia (QUI le sue dichiarazioni). Insomma, da un lato i calciatori, le società e le rispettive comunità, dall’altro le istituzioni. Una battaglia nella battaglia che, forse, non avrà un lieto fine per le retrocesse, a meno che non ci sia un clamoroso dietrofront della LND stessa. Tutto è rimandato al Consiglio Federale del 3 Giugno. Nel frattempo, la Calabria perde una formazione. La oramai vecchia dirigenza infatti dichiara chiuso il proprio ciclo: la Cittanovese è in vendita fino al 15 Giugno, poi il titolo sportivo sarà ceduto al miglior offerente. Seriamente minacciata la sopravvivenza dei giallorossi, così come quella di numerose realtà calcistiche che compongono l’universo dei Dilettanti.

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