Nella tragedia che sta colpendo il nostro Paese i medici sono guerrieri che lottano affinché i numeri che ogni giorno leggiamo siano più clementi. Dottori chiamati ad un lavoro che spesso non conosce pause e turni, soprattutto in quelle zone in cui le terapie intensive sono state così piene da portare i sanitari a paventare la scelta su chi intubare e chi no. Del lavoro dei medici, tuttavia, si sta occupando anche la politica negli ultimi giorni. Tra partiti, sia di maggioranza che di opposizione, si discute la possibilità di prevedere un’immunità civile e penale per gli operatori sanitari. I provvedimenti in tal senso saranno presentati come emendamenti al decreto Cura Italia, emanato dal Governo a marzo.
La necessità nasce anche a seguito del crescente numero di inserzioni di studi legali che negli ultimi giorni hanno realizzato campagne pubblicitarie sui social, offrendo assistenza a chi ritiene di essere stato danneggiato nel corso di questa emergenza. Purtroppo ,tra chi offre le proprie prestazioni per tutelare i diritti dei cittadini, c’è chi su questa storia punta a specularci. Da cause pretestuose è giusto tutelare in ogni modo i medici impegnati contro il Coronavirus. Gli emendamenti provengono sia da Fratelli d’Italia che dal PD e hanno trovato anche l’appoggio di Salvini (il quale poi ha ritirato il suo omologo emendamento). Il leader della Lega non ha perso occasione per scagliarsi contro la magistratura, con un parallelo tra i processi in corso contro di lui e ciò che potrebbero pagare i medici a causa dei giudici.
Fa discutere però che questo scudo penale e civile potrebbe essere esteso anche agli amministratori e ai dirigenti sanitari, per una richiesta avanzata sia da destra che da sinistra. C’è un dettaglio, presente nell’emendamento a firma PD, ad esempio, che proprio non va giù alla Federazione Nazionale Medici-chirurghi e Odontoiatri. Il presidente dell’Ordine, Filippo Anelli, denuncia che nell’emendamento l’immunità verrebbe estesa anche alle condotte professionali, gestionali e amministrative. Un tale provvedimento non piace ai medici, i quali ritengono che proprio nelle decisioni gestionali prese dai dirigenti sanitari si siano commessi gravi errori che hanno messo in pericolo la vita degli operatori. Noti ormai gli appelli arrivati da tante parti di Italia in cui medici lamentano l’assenza delle corrette misure precauzionali e le condizioni estreme a cui sono stati esposti in queste settimane. Uno scudo così esteso finirebbe per impedire la possibilità di accertare eventuali negligenze che hanno portato in alcuni casi anche alla morte dei medici.