“La sicurezza greca tortura i rifugiati e li riporta nudi nel territorio turco. Le forze di sicurezza greche costringono i rifugiati che hanno attraversato il confine a tornare nudi nel territorio“. Lo scriver il fotoreporter Belal Khaled che con un ammirevole lavoro ha diffuso nel mondo le immagini di uno scempio umanitario che è stato perpetrato tra febbraio e marzo in Grecia. Le forze di polizia non hanno potuto e saputo più controllare l’afflusso di profughi in fuga dai conflitti in Medio Oriente (complice anche l’apertura della frontiera turca ai migranti siriani). La reazione è stata tremenda, con attacchi violenti delle forze di polizia ai migranti al confine e con ronde di militanti di estrema destra che hanno colpito profughi, giornalisti e associazioni umanitarie, arrivando anche ad incendiare la sede dell’Agenzia ONU per i rifugiati. Per ora ne ha pagato le spese una bambina di 6 anni che, dopo essere fuggita alle bombe in Afghanistan, ha trovato la morte in un incendio a Lesbo (probabilmente provocato da una cucina di fortuna).
“Con la diffusione dell’epidemia di Corona nel mondo e sotto la pioggia e il freddo, i rifugiati soffrono nel campo di Pazarkule al confine turco-greco, in attesa di poter attraversare l’Europa“. Lo scrive ancora Khaled continuando il suo fotoracconto. L’emergenza sanitaria potrebbe colpire anche il sovraccaricato campo profughi di Moria a Lesbo trasformandolo in un vero e proprio focolaio di morte.
Nel frattempo l’UE non si schiera, anzi, presa giustamente dall’allerta coronavirus, ripone “fiducia” nella Grecia e ne giustifica le azioni. Ursula Von Der Leyen, a capo della Commissione Europea, a inizio marzo diceva: “grazie alla Grecia che ci fa da scudo. Le autorità greche hanno un compito molto difficile. Vorrei ringraziare la guardia costiera e guardia di frontiera, i civili, la polizia e Frontex per gli sforzi instancabili. Abbiamo lanciato un meccanismo di protezione civile su richiesta della Grecia, che può ricevere assistenza in termini di medici, tendoni e altro“. Un’uscita infelice che copre l’ennesima barbarie in territorio eruopeo.