È scoppiato il caos, le responsabilità sono di tutti, nessuno prevale sull’altro e ora è chiamato a gestire questa delicata situazione a due giorni dalla sfida col Genoa. Perché il Napoli si trovi a 11 punti dalla vetta della classifica e abbia già perso 15 punti sui 33 a propria disposizione è spiegato nell’afa dell’ultima estate, nella contraddizione di una pianificazione tecnica con troppi punti interrogativi e casi “sospesi” che non potevano passare inosservati.
Il Napoli ha perso tre leader in dodici mesi e quelli che sono rimasti rischiano di andar via, il loro futuro è da troppo tempo in bilico. Reina è andato via due estati fa, Hamsik lo scorso febbraio, Albiol recentemente. Sono rimasti Callejon e Mertens, entrambi in scadenza di contratto, liberi da gennaio di firmare nuovi contratti. Allan e Insigne, altri senatori ma più giovani, erano sul mercato e lo annunciò De Laurentiis a giugno chiarendo la posizione del club: “Andranno via solo se avremo il tempo di rimpiazzarli“. Il brasiliano era pronto a volare a Parigi a gennaio, c’era accordo sull’ingaggio, era l’occasione della sua vita ma il Napoli lo ha blindato e da allora, coincidenza o cosa, il suo rendimento è nettamente inferiore ai suoi standard.
Tra i rinnovi di contratto restano in bilico quelli di Makismovic, Zielinski e Milik. Scadenza 2021. Trattative in corso, accordo non troppo lontano, ma i dialoghi vanno avanti da mesi (per qualcuno da oltre un anno) e la fumata bianca rimandata non ha contribuito a rasserenare i protagonisti.
Il mercato: Mario Rui e Hysaj erano destinati alla partenza ma sono rimasti. Ghoulam, un patrimonio tecnico sfortunato come pochi, è un caso aperto. Ancelotti ha aspettato invano James (“Non importa che numero indossi, basta vesta la maglia azzurra“) e, senza far polemica, ha accettato le scelte della società dando 10 al mercato. Un voto diplomatico distante dal suo reale pensiero.
Una serie di problemi che hanno condizionato i risultati. Non c’è controprova, ma si vince prim’ancora di scendere il campo. L’ultimo Napoli di Sarri, quello del patto Scudetto, lasciò fuori la porta ogni eventuale problema: Insigne e Mertens rinnovarono nella stagione precedente, Reina poteva andar via in estate ma restò, i calciatori anticiparono l’arrivo a Dimaro. Avevano un unico obiettivo e lo avrebbero raggiunto in un calcio perfetto senza errori nè sospetti.