La tensione politica di questi giorni ed il ribaltone nel Governo causato dalla rottura tra Lega e Movimento 5 Stelle nel mese di Agosto non dovranno distogliere chi si appresta a guidare il Paese da un peso di 23 miliardi che incombe sugli italiani. È il peso delle clausole di salvaguardia Iva che, se non bloccate, porteranno dal 1° Gennaio 2020 all’aumento delle aliquote del 22% e del 10% rispettivamente al 25% e al 13% comportando così un aggravio di spesa per i consumatori finali.
Ma cosa sono queste clausole e perchè vengono utilizzate?
Le cosiddette clausole di salvaguardia sono norme che prevedono la variazione automatica di specifiche voci di tasse e imposte con efficacia differita nel tempo rispetto al momento dell’entrata in vigore della legge che le contiene. Sono dette di salvaguardia in quanto finalizzate a salvaguardare il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti dal Governo per gli anni in cui le variazioni diventano efficaci.
Essendo queste delle misure di tipo restrittivo, alle quali si è fatto ricorso anche in precedenza, nel corso degli anni sono state via via oggetto di interventi volti a impedirne, totalmente o parzialmente, l‘entrata in vigore al fine di evitare un potenziale effetto recessivo sull’economia. Si dice, in questi casi, che le clausole sono sterilizzate, ovvero disattivate, impedendo, ad esempio, gli aumenti di aliquota e i conseguenti effetti sul gettito fiscale.
In poche parole, se il Governo trova un modo alternativo per coprire tali importi, le clausole non “scatteranno” e lasceranno la situazione invariata. Sarà dunque una sfida molto dura quella che dovrà affrontare il nuovo esecutivo giallo-rosso in virtù dei prossimi appuntamenti relativi alla legge di bilancio ed agli impegni presi con l’Europa.