Nola, si sa, è una città ricca di contraddizioni, ma non si possono negare le sue potenzialità e la sua importanza geopolitica. Da anni si grida al rilancio del blasone nolano, da tempo personaggi in ogni settore hanno investito tempo, denaro e idee in questa città. Pochi hanno fatto centro, pochi sono rimasti, molti hanno “saccheggiato” questa comunità senza apportare alcun beneficio.
Alcune considerazioni però vanno fatte. Non ci vuole uno statista (e chi lo scrive di sicuro non lo è) per comprendere che la decrescita della città è compromessa anche da fattori interni. La crescita di questa comunità, d’altro canto, dovrebbe avere una forte spinta dai suoi stessi cittadini. Un amore per le proprie radici, accompagnato ad un agire civile efficace, costante e sincero. Il bene di una città, e in particolar modo di Nola, non deriva solo dagli addetti ai lavori, non è responsabilità solo di politici, giornalisti, burocrati. Se la città non decolla, anzi, è probabilmente vero che tutti non stanno facendo abbastanza, nessuno escluso.
Agire civile significa però interessarsi, partecipare. Da tempo si discute se il problema di questa città non risieda proprio nella partecipazione dei suoi cittadini alla vita sociale di essa. Dal mio punto di vista credo, senza mezzi termini, che la panacea di tutti i “mali” sia proprio la NON partecipazione. Il disinteresse ad eventi sportivi, culturali, sociali, così come l’allontanamento dal dibattito ambientale, non fa ben sperare. Un esempio recente, riguardante il mondo dello sport, mi ha fatto ragionare e spinto a queste considerazioni: il Nola 1925, che milita in Serie D (scalino per il calcio tra i professionisti), si è presentato alla città, ad aspettare i protagonisti solo la frangia ultras e pochi appassionati. Solo un caso particolare, tra i tanti episodi di disinteresse nel panorama sociale nolano. Il recente dibattito politico ha dato invece segnali più rassicuranti, con una buona partecipazione della popolazione. Anche nel caso della vita politica e sociale, tuttavia, solo se i cittadini “scenderanno” dai social network e vivranno in strada questa città, allora si potrà vedere al futuro con più fiducia.
L’ amore per questa città è viscerale, questo gli è riconosciuto. Ma per riportarla dove merita, ritengo, serva la mano di tutti. A dirlo non è un leader politico o un’opinionista che vuole ergersi a paladino. Queste considerazioni sono frutto di un’analisi, ritengo, oggettiva, se qualcosa non va (e questo è alla luce del sole) le ragioni dovranno pur esistere. Chi scrive fa parte di quella comunità del “tutti che non fanno abbastanza”, niente di diverso. Siamo consapevoli che Nola sia la città dei Gigli, di cultura e di una storia più vecchia di Roma. Forse è arrivato il momento di dimostrarlo a tutti.
Foto a cura di Francesco Ruggiero