La settimana politica italiana è stata scossa da una notizia arrivata dagli Stati Uniti. Il 10 luglio il sito americano Buzzfeed ha diffuso un audio contenente una presunta trattativa tra Gianluca Savoini e uomini d’affari russi. Gianluca Savoini è il presidente dell’associazione “Lombardia-Russia”, leghista della prima ora che dichiara di conoscere e collaborare con Salvini da anni. Proprio insieme al vicepremier si è recato in Russia lo scorso ottobre. Mentre Salvini partecipava ad un incontro ufficiale con imprenditori russi, Savoini chiedeva finanziamenti per la Lega, cercando di strappare una cifra intorno ai 65 milioni di dollari. L’audio diffuso riguarda proprio quest’incontro. Va specificato che la registrazione non chiarisce assolutamente l’esito di questa trattativa. Il Ministro Salvini ha immediatamente specificato di non aver mai preso soldi dalla Russia né di aver mai chiesto a Savoini di chiedere soldi per il partito, aggiungendo addirittura che l’uomo non fosse stato invitato. Una presa di distanza che pare stridere però con i ruoli che invece Savoini ricopre all’interno della Lega. I suoi rapporti di mediatore con la Russia sono risaputi, tanto che era presente anche alla recente visita in Italia di Putin, durante la cena per l’incontro con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
La Procura di Milano ha aperto un’indagine a riguardo. Savoini è indagato per corruzione internazionale, i PM ora valutano la possibilità di richiedere una rogatoria per cercare di seguire eventuali flussi di denaro da Mosca. Salvini si è detto tranquillo e spera che le indagini chiariscono rapidamente l’estraneità della Lega, minacciando anche querele per chi associa il partito al caso in questione.
Sulla vicenda il Movimento 5 Stelle fa spallucce. Di Maio su Facebook si limita a dichiarare il proprio disinteresse verso petrolieri e finanziatori esteri, esaltando lo stile del Movimento finanziato solo da piccole donazioni. Nessuna parola sull’indagine e il presunto coinvolgimento degli alleati di governo.
Il Senato ha, infine, approvato il disegno di legge per la riduzione del numero di senatori e deputati. Ora il provvedimento passerà alla Camera, dove comunque la maggioranza dovrebbe essere sicura.