Arrivederci professore (The Professor) è un film del 2018 scritto e diretto da Wayne Roberts che ha per interpreti principali Johnny Depp (Richard), Zoey Deutch (Claire), Danny Huston (Peter), Rosemarie DeWitt (Veronica) e Odessa Young (Olivia).
LA TRAMA Richard, un professore del college, riceve una diagnosi che può cambiargli la vita e decide di rinunciare a tutte le convenzioni e alle apparenze per vivere la propria esistenza nel modo più coraggioso e libero possibile. Con un senso dell’umorismo tagliente, coraggio e un pizzico di follia, attraverso ogni tipo di vizio (fuma, beve, fa sesso e rivolge insulti a chiunque gli dia fastidio), prova un piacere mai avuto in tanti anni.
ANALISI DEL FILM L’azione scorre rapida ma non banale e subito conduce lo spettatore nel punto critico della vicenda: una malattia terminale che dà poco ancora da vivere al protagonista diventa per lui l’occasione per riscoprire la vera vita finora ignorata in nome di un’apatica “normalità” (emblematica la scena della scoperta del tradimento della moglie). In un primo momento sembra di vedere il classico tipo fuori dagli schemi che vuole godersi appieno ogni eccesso, ma dopo una serie di eventi inaspettati le cose precipitano e la storia assume toni commoventi. Le emozioni e le lacrime nel discorso di congedo del professore dai suoi studenti, dai suoi colleghi (con tanto di rivincita sul rettore-rivale) e dalla figlia rappresentano il miglior insegnamento per lo spettatore. E, infine, quello che sembrava un finale tutto sommato prevedibile (la classica metafora del “bivio”) riserva un ultimo ed irresistibile spazio alle emozioni in quello che di fatto è un vero inno a non lasciarsi trascinare dalla mediocrità delle convenzioni.
UNA LEZIONE DI VITA Per capire appieno il senso di questo film basta citare il discorso che il protagonista rivolge ai suoi studenti alla fine del trimestre:
Suppongo che il resto di voi stia aspettando che io vomiti alcune profonde parole di saggezza… Sentite, il mondo ha bisogno di persone come voi. Il mondo letteralmente brama e vi aspetta, abbracciate questa responsabilità e cavalcatela. Andate là fuori, guadagnatevi da vivere e restituite agli altri. Non sarà facile, non lo sarà mai, il più delle volte vi ritroverete da soli, ma dovrete continuare a tenere duro. Io vi supplico, non arrendetevi mai alla mediocrità.
Ognuno di noi quando nasce ottiene il dono di scegliere non come iniziare ma come portare avanti e soprattutto come terminare l’unica vita che ci viene concessa. In genere ci si rende conto in età molto avanzata di quanto si è o non si è vissuto abbastanza. Oggi, in particolare, si assiste tristemente ad un incremento delle morti lente o fulminee per cancro in età relativamente giovane. Nessuno che non lo abbia vissuto, e soprattutto che non stia ancora lottando per sopravvivere, può arrogarsi il diritto di sapere ciò che si prova in queste drammatiche circostanze. Coloro che con determinazione e coraggio hanno lottato ed ancora lottano per andare avanti sono fra pochissime persone vere e degne di ammirazione. Ma se siamo liberi di scegliere come affrontare la fine che è inevitabile, allora anche un quarantenne che rifiuta la terapia e preferisce andare avanti come meglio ritiene è degno di massimo rispetto da parte di chi non solo dice ma dimostra di volergli bene. Qualche professore bacchettone potrebbe rivolgere delle aspre critiche su alcune scene relative al rapporto insegnante-allievi.
Johnny Depp come pochi sa far divertire (Pirati dei Caraibi) e far commuovere, specialmente se diretto dall’amico fraterno Tim Burton (Edward mani di forbice). In questo ruolo a metà fra il drammatico e l’ironico, l’attore principale offre un’interpretazione assolutamente fuori dagli schemi e si dimostra, a suo modo, degno dell’ineguagliabile Robin Williams a far capire che bisogna sempre “cogliere l’attimo” prima della fine che, se non si può evitare, tuttavia si può vincere accettandola e facendola compagna-rivale nella lotta per andare avanti.
Film da vedere!