Ray Bradbury e il suo “Fahrenheit 451”: una profezia che si avvera

di Annibale Napolitano

Il romanzo di Ray Bradbury, “Fahrenheit 451“, nato come aggiornamento ed espansione del romanzo breve The Fireman nel numero di febbraio della rivista Galaxy Science Fiction, è stato pubblicato per la prima volta nel 1953 in più puntate sulla nascente rivista Playboy. In Italia arriverà sulla rivista Urania alla fine dello stesso anno.

IL TITOLO Il titolo si riferisce a quella che l’autore considerava la temperatura di accensione della carta, ovvero i 451 gradi Fahrenheit, circa 233 C°.  La cifra comparirà  nel romanzo solo sull’elmetto da pompiere del protagonista Montag, inevitabilmente personaggio chiave delle vicende e dei temi trattati nel libro.

LA TRAMA All’inizio del romanzo, ambientato in una indeterminata e ipertecnologica società del Futuro, Montag è uno dei tanti militi del fuoco impiegati ad incendiare libri e appiccare roghi alle case che ne contenevano, in quanto era vietato dalla legge possederne o leggerne. Dopo un po’ Montag comincia però ad incuriosirsi e a voler leggere cosa ci fosse in quei libri così proibiti. Un po’ alla volta il capitano della sua unità, Beatty, scopre il suo malessere e anche il possesso di libri in casa, gli chiederà quindi di bruciarli (poco prima  la moglie di Montag aveva denunciato la presenza di libri in casa e lo aveva lasciato). Al rifiuto di Montag di bruciare casa propria e dopo le provocazioni del capitano, scatterà una lite con il lanciafiamme che provocherà la morte di Beatty. Diventato un ricercato, Montag si riparerà lungo un torrente dove incontrerà un gruppo di uomini fuggiti dalla società, che assieme ad altri compagni di sventura non si rassegnano alla morte della cultura. I nuovi compagni di viaggio di Montag hanno conservato, ciascuno a memoria, una parte del patrimonio librario più importante dell’umanità, senza conservarne copie per non correre il rischio di essere arrestati dalle autorità. Nell’epilogo del romanzo vengono sganciati ordigni nucleari e Montag e i nuovi compagni di viaggio si apprestano a far ritorno in città per prestare assistenza ai sopravvissuti. Alla morte della cultura corrisponde così nel romanzo il trionfo della distruzione, dello scenario apocalittico per l’umanità.

IL CONTESTO STORICO Il periodo storico in cui Bradbury pubblica il suo romanzo era quello dei Bücherverbrennungen ( in italiano roghi di libri, ne abbiamo parlato in un precedente articolo), organizzati dai nazisti sin dal 1933, durante i quali vennero bruciati tutti i libri non corrispondenti all’ideologia nazista, in modo anche di rimuovere ogni corruzione giudaica dalla letteratura tedesca. Così come le purghe staliniste degli anni ’50, che colpirono spesso scrittori e poeti non allineati, o come il maccartismo che tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 renderà sceneggiatori e cineasta di prima fila di Hollywood indagati dalla famigerata commissione per le attività anti-americane, così I Nazisti andarono a colpire la cultura per fiaccare una minoranza.

I TEMI Nel romanzo possiamo trovare analogie con altri due romanzi appartenenti al filone della fantascienza sociologica pubblicati intorno alla metà del’900: Il Mondo Nuovo di Huxley e 1984 di Orwell. Come nella distopia del “Mondo Nuovo” di Huxley (pubblicato nel 1932), Bradbury nel suo romanzo affronta il tema della gestione delle informazioni e della società. In 1984 e in Fahrenheit 451 sono presenti i temi della censura e della manipolazione dell’informazione. Nel romanzo di Orwell la comunicazione scritta (stampa, libri) è ancora presente ma distorta a favore delle autorità esistenti, così come il mezzo televisivo è uno strumento mediatico di educazione delle masse, mentre nel romanzo di Bradbury ogni informazione scritta è bandita e la televisione è puro intrattenimento. Le notizie autentiche si ascoltano solo alla radio e sono tutte rassicuranti, fino all’ordigno finale.

Fahrenheit 451 è un testo estremamente critico verso i sistemi informativi nelle società di massa, guidate dal consumismo e dal trionfo del capitalismo nel mondo occidentale in quegli anni. Il libro, nonostante un finale aperto che fa sperare il popolo dell’epoca che voleva sopravvivere all’olocausto nucleare, è quanto mai attuale perché è una profezia che si avvera: al declino dell’informazione e della cultura scritta (giornali e libri cartacei) segue, più che il successo della nuova informazione e cultura digitale, il trionfo dei media come veicolo di intrattenimento e, a volte, di fake news e notizie distorte.

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