Fermarsi per rifiatare, un lungo respiro ricordando cos’è accaduto, lo sguardo fiero all’orizzonte, occhi sul futuro, sui prossimi obiettivi con deviazioni sul mercato che è appena cominciato e durerà troppo (si concluderà il 31 gennaio) per operazioni minori che si sbloccheranno solo nell’ultima settimana. Il Napoli si gode la pausa, ripartirà il 13 gennaio (al San Paolo gara secca di Coppa Italia col Sassuolo per un posto ai quarti), intanto lavora a fari spenti per individuare i talenti del domani e farli propri, o almeno provarci, senza rimpianti.
IL MERCATO – Piace Barella del Cagliari, Kouame del Genoa, Almendra del Boca Juniors. Intriga, oltre i nomi, l’idea di acquistare promesse che diverranno certezze in azzurro, gioielli acerbi (non tutti) che solo il tempo saprà esaltare. Un po’ come accadde per Hamsik, Lavezzi, Cavani. Occasioni di mercato o semplicemente intuizioni prima che gli altri possano accorgersene: è questa la strategia della società, una volontà giustificata (ma solo in parte) dal divario economico che c’è con la Juventus. La competenza, il lavoro di scouting e il coraggio come alternative al potere, al fatturato, alle possibilità che non sono uguali per tutti.
GLI OBIETTIVI – Uno sguardo al mercato, uno al campo. A breve si riprenderà a correre, c’è una stagione ancora tutta da inseguire e un campionato al quale dare un senso alternativo: la Juventus è già scappata, la Champions è al sicuro (il Milan quinto è distante tredici punti) ma restano diciannove giornate da riempire con senso d’orgoglio, un tentativo di rimonta, gare da consegnare alla storia. Poi ci sarà l’Europa League oltre alla Coppa Italia, il vero obiettivo stagionale: un trofeo internazionale manca da trent’anni, Ancelotti è l’allenatore giusto per ricominciare a splendere.