C’è chi perde e passa il turno (la Roma), chi strapazza gli avversari (la Juventus), chi si complica la vita (l’Inter) e poi c’è il Napoli, che s’impegna e va oltre i propri limiti, che compie imprese, eppure, a novanta minuti dal termine, resta sospeso, in bilico, tra quel sogno e quel timore, artefice del proprio destino, eppure consapevole delle difficoltà per acciuffarlo. Non basta la vittoria sulla Stella Rossa per accedere agli ottavi di finale di Champions League. Il Psg supera il Liverpool e così la qualificazione si deciderà il prossimo 11 dicembre ad Anfield, quando il Napoli avrà due risultati su tre a disposizione per passare il turno.
I calcoli sono infiniti, i tifosi hanno già mandato a memoria ogni previsione, combinazione, possibile circostanza legata all’ultima giornata della fase a gironi. Servirà l’ennesima grande prova ed anche un pizzico di fortuna, quella che era mancata al primo Napoli di Benitez, stagione 2013/14, che conquistò dodici punti nel girone, gli stessi di Arsenal e Borussia Dortmund, eppure fu eliminato a causa della differenza gol, di una semplice rete che pesò tantissimo.
Ne ha segnate cento, con la maglia del Napoli, il folletto Mertens, il napoletano ‘Ciro’ come i tifosi lo hanno ribattezzato. La Uefa ha inserito il suo secondo gol nell’elenco dei più belli dell’ultimo turno, lui avrebbe l’imbarazzo della scelta a decidere tra i venti sigilli coi quali s’è sistemato in cima alla classifica dei marcatori europei nella storia del Napoli: Cavani era fermo a diciannove. Un traguardo dopo l’altro, per Mertens, così come per Hamsik, che ritrova il gol a sette mesi di distanza. L’ultimo lo aveva realizzato lo scorso anno col Torino prima dell’estate dei tormenti, del richiamo della Cina, del rischio concreto d’andar via. Alla fine Hamsik è rimasto ed ora suona la carica: “Siamo primi da imbattuti, chi l’avrebbe mai detto? Ecco perché ad Anfield possiamo vincere“. Parola di capitano.