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Tra la suggestione Cavani e l’attesa per il Paris Saint-Germain s’intrufola l’Empoli di Andreazzoli, una piccola grande realtà del calcio italiano ferita dalla sconfitta con la Juventus. Tornerà a rotolare, il pallone, allo stadio San Paolo, che in cinque giorni accoglierà quasi ottantamila spettatori per una doppia sfida che porrà il Napoli al centro della sua stagione, tra campionato e Champions League, tra l’istinto della rincorsa alla Juventus e quel sogno, mai così alla portata, d’entrare a far parte delle sedici squadre più forti d’Europa.
Sembrerebbe non esserci partita, eppure l’Empoli è squadra organizzata e coraggiosa, ha giovani di valore, veterani ai quali affidarsi, un allenatore con idee chiare e un orgoglio da vendicare per qualche sconfitta immeritata di troppo. Il Napoli risponderà alla sua maniera, Ancelotti, proponendo la quattordicesima formazione stagionale diversa. Darà spazio a chi ne ha avuto poco tra Psg e Roma, punterà sui vari Malcuit, Diawara, Zielinski, probabilmente anche Ounas e forse, ma non v’è ancora totale certezza, concederà un turno di riposo al brillante Insigne.
Ci sarà Mertens, sicuramente anche Milik, i protagonisti di una vigilia chiacchierata tra il ricorrente tema-bomber e gli spifferi sul ritorno, mica solo da avversario martedì, di Edinson Cavani. I tifosi sognano il Matador, il buon senso consiglierebbe di sostenere l’attaccante polacco, principe della sfortuna e di un mancino potente, centravanti d’autore dal sorriso smarrito, così come il gol: tre in campionato, pochi per una squadra da vertice, eppure l’impressione, osservandolo, è che Arek sia pronto al riscatto. Non sono ancora questi i numeri che gli appartengono.
Li ha divorati tutti, uno dopo l’altro, il fedele Hamsik, lo slovacco napoletano che macina record e contro l’Empoli, anche solo giocando un minuto, scavalcherà Bruscolotti diventando, a quota 512, il calciatore con più presenze nella storia del Napoli. Chi l’avrebbe mai detto.
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