La nave Aquarius ha trovato oggi un porto dove poter attraccare ponendo così fine alla vicenda che ha occupato le pagine dei giornali e i tg a partire da domenica. A dare l’autorizzazione all’attracco dell’imbarcazione della ONG Sos Mediterranee con a bordo di 629 migranti, tra cui 123 minorenni non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte, è stato il neo primo ministro spagnolo Pedro Sanchez che ha aperto le porte del porto di Valencia. Come noto, il Ministro degli Interni italiano Matteo Salvini aveva negato l’accesso in uno dei porti della penisola invocando l’assunzione di responsabilità di Malta, che dal canto suo aveva respinto al mittente la richiesta, e dell’intera Comunità Europea accusata di “farsi gli affari suoi”. Da quel momento una pioggia di critiche nei confronti di Salvini si è levata su più fronti e uno dei primi ad attaccare molto duramente l’operato del Ministro è stato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che con un tweet aveva dato la disponibilità del porto di Napoli ad accogliere la nave Aquarius. Questo il suo post: “Se un Ministro senza cuore lascia morire in mare donne incinte, bambini, anziani, esseri umani, il porto di Napoli è pronto ad accoglierli. Noi siamo umani, con un cuore grande. Napoli è pronta, senza soldi, per salvare vite umane”. Insieme a lui i primi cittadini di Messina, Palermo, Reggio Calabria e Livorno. Duri gli attacchi anche di importanti leader politici come Martina, Grasso e la Boldrini.
Le polemiche, però, non si sono placate neanche oggi dopo la risoluzione della questione e dopo la grande soddisfazione di Salvini che su Facebook ha esclamato “VITTORIA!” affermando che “evidentemente alzare la voce, cosa che Italia non faceva da anni, paga” è ancora De Magistris a rincarare la dose nei confronti non solo del Ministro ma di tutto il Governo Lega-M5S: “Governo del cambiamento? Sta per far morire donne e bambini. Noi aperti e solidali. Chi impedisce a una nave di attraccare in un porto per salvare vite umane, commette un reato e sarà chiamato a risponderne davanti ai tribunali internazionali”.