Non si sono fatte attendere le reazioni dopo l‘inchiesta di Fanpage che ha scosso il mondo dello smaltimento dei rifiuti in Campania: due incendi in pochi giorni. Anche se non c’è la sicurezza che i roghi siano da ricondurre alle firme dell’inchiesta, un alone di mistero e di incertezza resta intorno agli ultimi recenti fatti di cronaca.
Sabato un bar a Cava de Tirreni con 25 anni di attività alle spalle è stato divorato dalle fiamme, l’attività apparteneva al padre del giornalista Carmine Benincasa, una delle firme dell’inchiesta. Benincasa inoltre aveva proprio negli scorsi giorni intervistato Fausto Morrone, ex responsabile della prevenzione della corruzione della Sma Campania. Il locale era chiuso da alcuni giorni per lavori, i Carabinieri di Nocera Inferiore ora dovranno accertare se si tratti di incendio doloso.
E’ però solo il secondo caso sospetto, il primo infatti è avvenuto giovedì a Napoli, in via Sedile di Porto. A prendere fuoco questa volta è stato il pianerottolo di una casa dove abita la cognata del direttore di Fanpage, Francesco Piccinini. Le fiamme, di natura dolosa, hanno colpito la porta blindata, una parte del corridoio e annerito una parte dell’abitazione.
Non c’è conferma che i due roghi siano da ricondurre all’inchiesta di Fanpage “Bloody Mooney”, tuttavia due casi in pochi giorni e a poche settimane dalla pubblicazione del lavoro del giornale fanno sicuramente accendere la spia e pensare che abbiano tutta l’aria di una ritorsione.