L’ultima volta di Don Maurizio Patriciello a Nola fu il 19 Ottobre, in occasione del “Il Triangolo della Vita” , corte contro i rifiuti tossici. Allora Don Patriciello, oltre a partecipare, insieme a circa 7000 persone, al corteo ,lanciò un grande messaggio: quello di agire,di ribellarsi ad uno scempio che ci sta uccidendo e che,forse,ha ucciso molti nostri cari.
Ora il Padre di Carivano continua a sensibilizzare le persone e lanciare messaggi sulla Terra dei Fuochi attraverso il suo libro intitolato:”La mia battaglia nella Terra dei Fuochi”
Oltre a Don Maurizio Patriciello saranno presenti, alle ore 19:00 alla Chiesa del Gesù a Nola
1) Mons. Luigi Mocerino, Vicario Episcopale
2) Dott.Nello Trochhia, giornalista e scrittore
3) Dott.Antonio Laurinio, giornalista e scrittore(Triangolo della Vita – Unitas)
Prefazione libro:
“Tutto questo succede nella Terra dei fuochi, che è la mia terra. Al tempo dei papiri e delle tavolette cerate era la Campania felix, in quello di Twitter e Facebook è la pattumiera d’Italia. Una discarica dove ogni anno vengono avvistati seimila roghi di rifiuti, che inceneriscono scorie industriali, sprigionano veleni, ammorbano l’aria e uccidono la vita nei campi.” A scrivere queste parole è Padre Maurizio Patriciello, non un politico ma un semplice sacerdote divenuto nel giro di pochi mesi il leader del movimento civile che chiede con urgenza la bonifica della Terra dei fuochi. E che, oltre ad aver conquistato l’attenzione mediatica e delle istituzioni, qualcosa di concreto sta anche finalmente ottenendo, come dimostra il decreto del governo Letta del dicembre 2013. Tutto ha inizio nella notte dell’8 giugno 2012, quando Padre Maurizio si sveglia assalito da una puzza insopportabile a cui è impossibile sfuggire. Per lui è come una chiamata del Signore: accende il computer e su Facebook comincia a raccogliere la protesta della gente che, impotente, si è vista man mano avvelenare la propria campagna. Non che prima di quella notte non se ne sapesse nulla – c’erano state inequivocabili denunce come “Gomorra” di Saviano nel 2006 e “Biùtiful cauntri” nel 2007, film pluripremiato e presto dimenticato -, ma l’immane devastazione dell’Agro aversano, lo scampolo di terra dove in due decenni sono stati scaricati dieci milioni di tonnellate di rifiuti.