Arte, poesia, letteratura, religione, tutto raccolto in un libro nato da una penna nolana. Il protagonista non poteva che essere il padre della religione italiana, San Francesco d’Assisi, mentre la location scelta per la presentazione non poteva che cadere sul salone del Seminario Vescovile di Nola, mamma santissima dell’arte religiosa nolana. L’autore è Nino Cesarano, apprezzato e stimato scrittore e poeta nolano che con grande abnegazione è riuscito a dar vita a “Francesco – o’chiu ricco poveriello”, direttamente dal cuore al foglio.
La scelta di parlare di San Francesco in lingua napoletana ha portato Cesarano a far arrivare la poetica dialettale ad un ulteriore livello, come sottolineato dallo stesso editore della Teseo Editore. Una scelta azzardata ma, per molti versi, anche coerente con i nostri anni e soprattutto con il pontificato di Papa Francesco. La malattia consumistica, la smania di accumulare sempre più beni, la povertà intellettuale e spirituale, tutti temi che, come sottolineato anche dal moderatore e archeologo nolano dott. Mario Cesarano, sono presenti tra le righe del libretto poetico. Emblematica a tal proposito è la frase dell’autore che tra le pagine fa rievocare un monito rumoroso : “l’omm nun s’arrenn manco annanz e terremoti”. Lo stile del libro è quello più semplice che si possa incontrare; ad ascoltare i versi sembra riecheggiare nella mente del lettore un racconto fiabesco e leggendario narrato da un cantastorie attorno a un fuoco. L’empatia con i versi è stata aumentata anche dalla recitazione dei versi del libro da parte dell’attrice Marianna Mercurio e dai bambini della scuola “Maria Sanseverino”. Arte, cultura e religione, tutte raccolte in un unico abbraccio dalle pagine del libro di Cesarano. Non a caso quindi sabato alla presentazione dell’opera erano presenti esponenti di tutte le correnti culturali.
L’arte è in stretto collegamento con San Francesco e soprattutto con Giotto che in suo onore ha dipinto 28 “scenette” – afferma la dott.ssa Tonia Solpietro, direttrice del museo diocesano di Nola – Giotto ha cambiato totalmente la storia dell’arte, è il primo a raffigurare il Santo di Assisi nel suo quotidiano, ha rievocato quei sentimenti di Francesco che Nino Cesarano ha invece rievocato con la scrittura.
Francesco è frequente non solo nell’arte visiva, ma anche in quella cinematografica. – sottolinea il prof. Gerardo Santella – Leggere un film è più difficile che leggere un’opera d’arte perchè durante la visione di un film interferiscono 3 tempi: il tempo storico dei fatti narrati, il tempo della produzione del film ed il tempo rappresentato dal momento storico in cui lo si guarda. Vorrei far notare, inoltre, che tra le 28 scenette di Giotto solo una vede San Francesco davvero a contatto con il tema della povertà.
Vedo tanti giovani qui in sala e noi abbiamo il dovere di invogliarli allo studio e ad amare la scrittura e la cultura – continua il Gen. Domenico Iannone dell’Accademia Federico II – Il passato è importante ma ci deve guidare per crescere nel futuro. Voglio cogliere l’occasione per annunciare che il 13 noi dell’Accademia doneremo alla nipote di Totò una lastra commemorativa in onore del grande attore. Lui, così come Nino Cesarano, ci fanno sentire orgogliosi di essere napoletani.
Pur essendo vissuto secoli fa, Francesco è ancora attuale e parla ai nostri cuori. – afferma Antonio D’Alessandro, autore della traduzione dei versi in lingua poetica italiana – I suoi insegnamenti devono ancora guidarci, mi piace ricordare Francesco come quell’uomo che aveva dispiacere anche di calpestare l’erba perchè sentiva di far male ai fili d’erba.
Ringrazio di cuore tutti i presenti, siete la mia vera forza. – chiosa l’autore Nino Cesarano – Un mio amico qualche giorno fa mi ha fatto un grande complimento, mi ha detto che sono l’unico che ha ancora coraggio sufficiente per scrivere e pubblicare. Ho ancora 5 libri da pubblicare.