Cogliere l’attimo: ecco il messaggio che chi ha intenzione di comprare casa dovrebbe cercare di mettere in pratica al più presto, considerando le condizioni ottimali che attualmente sono disponibili sul mercato del credito. La prima informazione cui bisogna prestare attenzione è il livello degli indici Euribor e IRS, che sono ai minimi storici, mentre i migliori spread offerti dalle banche – per un mutuo a 20 anni a tasso fisso o variabile – sono oggi pari o al di sotto dell’un per cento, vale a dire che sono tornati in linea con gli spread registrati prima della crisi del 2011. Ulteriore aspetto da valutare, poi, è la continua decrescita dei prezzi delle case che, dopo una contrazione media del 16 per cento sul quinquennio 2010 – 2015, ora proseguono in una discesa che li porta a -1,9 per cento nel terzo trimestre 2016.
Aumentano i mutui. Ma a leggere l’ultimo report di Abi, sembra proprio che le famiglie italiane stiano recependo questo messaggio: secondo l’analisi, infatti, nei primi nove mesi dell’anno in corso le nuove erogazioni di mutui residenziali hanno sfiorato i 45 miliardi di euro, con un picco del 38 per cento in più rispetto al periodo invece raggiunto tra gennaio e settembre del 2015. In particolare, nel secondo trimestre di quest’anno il numero di case acquistate attraverso un mutuo bancario è salito a oltre il 76 per cento, grazie in particolare alla maggiore facilità nell’accedere al credito.
Il fattore online. Le banche, infatti, sono tornate ad allargare i cordoni delle loro borse, spinte anche dalla concorrenza che arriva dal Web. Soluzioni come quelle di Mutuo Arancio, il prodotto targato Ing Direct, infatti, ha conquistato i consumatori alla ricerca dei migliori mutui grazie a semplicità di apertura e convenienza economica, oltre che per l’affidabilità di questo prodotto online.
Le scelte degli italiani. In questo panorama del credito, ci sono in particolare due elementi che vanno sottolineati. Il primo riguarda l’alto valore delle azioni di surroga e rinegoziazione del mutuo pregresso, che valgono un terzo del totale del computo annuale, a riprova della crescente attenzione che le famiglie hanno sul calo dei tassi. Altrettanto importante è la decisione di orientarsi su mutui a tasso fisso, che in questa fase storica di incertezza conquistano i due terzi della tipologia erogata, relegando il “rivale” mutuo a tasso variabile solo a un terzo delle operazioni, complice la continua riduzione degli indici di riferimento IRS iniziata a fine 2015.
Il commento dell’Abi. Eppure, l’Abi segnala anche qualche aspetto che permane negativo, sul fronte nazionale, visto che gli investimenti delle imprese sono ancora al palo e che il Pil italiano stenta a crescere. Il vice direttore generale Gianfranco Torriero ha analizzato la situazione, sintetizzando che “nel gennaio-settembre 2016 i nuovi finanziamenti per l’acquisto di immobili sono saliti del 38 per cento dopo il sostanziale raddoppio del 2015”, e che sono in aumento anche i valori di abitazioni acquistate tramite mutuo, che dal 55 per cento del secondo trimestre 2013 ora sono arrivate al 76 per cento nel secondo trimestre 2016. è ancora Torriero, poi, a commentare come “negli ultimi anni il contributo alla crescita del Pil è venuto soprattutto dai consumi interni e la dinamica dei finanziamenti bancari alle famiglie è ancora in territorio positivo. Ma manca in misura significativa la domanda di investimenti: il gap rispetto al periodo pre-crisi è di 27 punti percentuali. E il Pil d’Italia è ancora 8 punti percentuali al di sotto del livello del 2008. Gli altri principali Paesi europei ed extraeuropei, come gli Usa, sono su una posizione di significativa dinamica positiva”.