Rai Storia racconta: le basiliche e quel legame che unisce San Paolino a Cimitile

di Nello Cassese

Fede, arte, cultura e storia. La Rai pone i riflettori su Cimitile, San Paolino e San Felice e lo fa con il suo canale dedicato alla storia ed alla cultura, appunto Rai Storia, all’interno del filone “Italia, viaggio nella bellezza”. Alcuni giorni fa è andato in onda un servizio approfondito durato circa 56 minuti sulle basiliche paleocristiane di Cimitile, sulla loro millenaria storia e sul legame che li unisce a San Felice Presbitero e San Poalino. Durante le riprese sono intervenuti il professor Gennaro Luongo, storico della letteratura cristiana antica alla Federico II, mons. Pasquale D’Onofrio, vicario generale della diocesi di Nola, il dott. Carlo Ebanista, archeologo dell’Università del Molise, l’archeologo nolano dott. Mario Cesarano, della soprintendenza archeologia della Campania, la dottoressa Antonia Salpietro, storica dell’arte e direttrice dei beni culturali della diocesi di Nola.

San Felice, San Paolino, le basiliche. Una venerazione che porta alla nascita di un complesso che sarà poi il primo vero e proprio centro di pellegrinaggio della cristianità, uno degli snodi fondamentali per il passaggio dal paganesimo al cristianesimo. Sorto come necropoli nei primi secoli dopo Cristo, Cimitile si trasforma nel tempo in un insieme eclettico di chiese, cappelle, sculture, affreschi, accompagnando i fedeli, comprensibilmente spaesati, in una nuova religione ed in un nuovo mondo, che sarà scosso dalla caduta dell’Impero Romano.

Ma cosa lega i due santi a Cimitile ad al complesso paleocristiano? All’inizio il sito era solo un “cemeterium” alle porte di Nola e, nonostante le sepolture dureranno fino al 1838, divenne ben presto un luogo di pellegrinaggio tra i più visitati. Furono le spoglie di San Felice ad impreziosire il complesso, tantissimi fedeli ed intellettuali vi si recarono sempre più frequentemente per visitare la sua tomba.

“L’importanza di San Felice e del complesso di Cimitile è attestata già da Sant’Agostino – afferma il professor Luongo – quando, per risolvere una disputa tra due personalità appartenenti al clero, li invita a recarvi alla tomba di San Felice, il quale era considerato portatore di verità e di giudizio divino”. La fama del complesso si accresce con la sepoltura di tanti altri, martiri e non, le cui spoglie vengono trasportate a Cimitile. “Molte persone cominciarono a donare beni appartenenti alla loro famiglia perchè volevano star vicino al Santo – racconta il dott. Mario Cesarano – tanto è vero che esisteva una filastrocca che definiva i cimitilesi come i calpestasanti, vista la grande presenza di spoglie di martiri e santi”.

Il sito paleocristiano è antichissimo, pitture rupestri rinvenute all’interno infatti dimostrano come siamo di fronte a una delle prime testimonianze di arte ispirata dalla nuova religione. Fu però proprio San Paolino da Nola a dare lo slancio più significativo al complesso. Paolino era un funzionario politico di Bordeaux e fu inviato in Italia, dove scelse di vivere a Nola poichè aveva dei possedimenti. Fu letteralmente stregato dal culto di San Felice, tanto da rinunciare a cariche politiche e ricchezze, convertendosi poi anche grazie alla moglie al Cristianesimo. Paolino viene da un mondo diverso che è quello aristocratico e politico, quello in cui funzionari politici spendevano ingenti somme in opere pubbliche per farle assomigliare alle proprietà dei grandi uomini di potere. San Paolino si concentra sullo sviluppo del complesso, una rivoluzione che si tinge sia di tinte innovative che tradizionali.  Il futuro vescovo di Nola si concentrerà in un monachesimo “aristocratico”, fatto di preghiera e di apertura agli altri, commissionando anche mosaici che andranno a formare la cosiddetta “Bibbia per i poveri”, ovvero opere rupestri che fungevano da enciclopedia per i pellegrini che così potevano imparare la Bibbia pur non sapendo leggere. Nola infatti diventerà ben presto il crocevia culturale e religioso dell’epoca, con intellettuali e fedeli che si recheranno “alla corte” di San Paolino.

Paolino modifica il complesso cimitilese e lo amplia, trasformandolo nel primo vero e proprio edificio unicamente adoperato per la liturgia cristiana. Questi due santi hanno avuto un ruolo fondamentale per la religione e la cultura non solo del territorio nolano, ma anche nazionale e transnazionale. Un “primato” ed un contributo di cui spesso ci si dimentica, ma che non sarà mai dimenticato dalla Storia.

di seguito il link completo del servizio di Rai Storia :

http://www.raistoria.rai.it/articoli/cimitile-santuario-dei-destini-incrociati/34702/default.aspx

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