Gli arrivi di immigrati dal mare portano con loro tante storie, storie di persone che lasciano la propria terra con una speranza. Nel caso del piccolo Ahmed, tredicenne egiziano, questa speranza era riuscire a trovare medici disposti a curare Farid, il proprio fratellino di sette anni. Ahmed ha compiuto la traversata in mezzo a tanti sconosciuti, dopo aver salutato la famiglia a Rashid Kafr El Sheikh, villaggio contadino a 130km dal Cairo. Prima il tragitto in un carro di animali per arrivare al mare, poi la traversata a bordo di una delle tante navi che solcano disperate il Mediterraneo. All’arrivo in Sicilia Ahmed ha trovato un volontario dal suo stesso nome, Ahmed Mahmoud, collaboratore dell’Organizzazione internazionale dei migranti. La storia raccontata dal piccolo è una storia di tenacia e speranza; stretti in una busta di plastica gelosamente custodita Ahmed ha portato con sè dei documenti medici che raccontano e certificano lo stato di salute del fratello minore. In Egitto le cure mediche costano care e la famiglia contadina di Ahmed non guadagna neanche in un anno quanto richiesto per analisi e operazioni, così l’unica speranza rimasta era appunto quella di trovare aiuto in Europa, di trovare un gesto di umanità. La notizia ha attirato l’attenzione dell’assessorato alla Sanità toscano che per primo si è offerto di fornire tutte le cure necessarie al piccolo Farid. L’ospedale Careggi si è detto disponibile a prelevare il bambino e a portare a termine l’operazione che potrà salvargli la vita, occupandosi anche del trasferimento della famiglia. Non possiamo quindi che attendere l’arrivo del piccolo Farid a Firenze quanto prima possibile e rendere onore al coraggio di Ahmed che non ha esitato a mettere in pericolo la propria vita per salvare quella del fratello.
di Marco Sigillo