La Pechino italiana? Stenterete a crederci, ma è San Vitaliano. La cittadina in provincia di Napoli ed ai confini con Nola è risultata essere la città più inquinata in seguito ad un bollettino di Legambiente. Secondo quanto riportato dal Mattino, la centralina di via Marconi fra le giostrine per l’infanzia di San Vitaliano ha scandito, da gennaio 2015 in poi, 114 giorni di sforamento in questo anno, contro gli 86 di Milano registrati. Visto che San Vitaliano non ha il traffico di Milano, nè la popolazione di Napoli o Pechino, la causa di tutto questo smog deve essere per forza un’altra. E il sindaco di San Vitaliano questa causa l’ha trovata nella vendita della pizza e del pane e nelle emissioni di polveri totali. Il sindaco Antonio Falcone ha così deciso di vietare la vendita della pizza, fino a che i locali non si dotino di impianti che permettano la produzione di pane e pizza senza sforare i limiti consentiti dalle leggi in campo ambientale. L’ordinanza del sindaco, che ha come obiettivo quello di abbassare sensibilmente il livello di inquinamento della cittadina di San Vitaliano, ha alzato un polverone che ha coinvolto ristoratori (i titolari de Il Cavallino e della Taverna 191 in primis) e cittadini, i quali non credono che la causa di questo altissimo inquinamento sia la prelibatezza più amata dai campani.
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