E’ un campionato bello ed equilibrato. Non ha ancora un padrone, probabilmente non lo avrà mai. Regna l’incertezza, la curiosità, le perplessità. Come quelle legate al rendimento della Juventus. Quattro anni in vetta ed ora giù, distante dal podio, ancora nella parte destra della classifica. I bianconeri sono a dieci lunghezze dal primo posto, con soli 5 punti conquistati in 6 giornate. La maledizione della “seconda stagione” ha colpito ancora Max Allegri. Anche quest’anno a condizionarne il rendimento è il mercato della società. La Juventus non ha rimpiazzato Pirlo, Vidal e Tevez, la spina dorsale di una squadra che adesso non fa più paura a nessuno, almeno in campionato. Alle strategie dirigenziali si affianca un aspetto, quello motivazionale, che sta incidendo sui risultati sportivi. Dopo aver dominato per quattro stagioni, la Juventus è inevitabilmente calata.
Chi ne approfitterà? Lo stanno facendo Inter e Fiorentina più di tutte, prime a braccetto a quota 15 punti. Ieri i viola hanno espugnato San Siro (1-4) schiaffeggiando le certezze dei nerazzurri. Primato inaspettato – ma meritato – per la formazione di Paulo Sousa, che in silenzio, con umiltà, sta costruendo un gruppo che alterna qualità, sacrificio e concretezza. Più in basso ecco la Lazio (12). Seconda vittoria consecutiva dopo il 5-0 col Napoli e le nubi della crisi spazzate via con impeto. E’ ferma ad 11 punti la Roma. La vittoria col Carpi è stata macchiata dal triplo infortunio occorso a Totti, Dzeko e Keita: pedine fondamentali che dovranno stare ferme ai box per un po’. Napoli e Milan si fanno spazio tra il nono e il decimo posto a quota 9 punti. Gli azzurri hanno fatto pace col San Paolo dopo la vittoria sulla Juventus. Quarantamila spettatori hanno incitato la squadra ed esultato con lei al fischio finale.
A cura di Fabio Tarantino