Sabato 5 Settembre, sono le 20, in via De Meis a Ponticelli si odono dei rumori assordanti. Sono spari, 6 per la precisione, precisi e chirurgici espulsi dalle armi di un commando in scooter. La vittima è Antonio Sorrentino, 30enne con precedenti penali. Passano poche ore (solo 8) e un altro quartiere di Napoli,il Rione Sanità, viene svegliato da rumori di spari. Circa 18 i colpi sparati da un commando in scooter, lasciando a terra un 17enne morto. Gennaro Cesarano era con amici davanti alla chiesa di San Vincenzo alla Sanità quando è stato colpito da un unico, fatale colpo al torace.
Moltissime le ipotesi formulate a riguardo. La famiglia del giovane, così come gli amici, afferma fermamente la totale estraneità del giovane all’ambiente malavitoso. Dalle prime indiscrezioni sembra che il ragazzo non fosse armato e che non fosse la vittima designata. Alcune dichiarazioni di testimoni, secondo quanto riporta Il Mattino, riportano un quadro preoccupante di quella notte: un gruppo di motorini avrebbe cominciato a sparare all’impazzata ed uno di questi colpi avrebbe trafitto per sbaglio il torace del giovane ragazzo. Si parla di un “stesa” finita male, ovvero una spedizione di alcuni adepti di un clan sul territorio che sparando alcuni colpi senza bersaglio lanciano un segnale alla popolazione e ad un altro clan. Gli inquirenti stanno vagliando tutte le piste, indagando sul passato e sulle amicizie del ragazzo, visto che egli non era solo quella sera e potrebbe essere stato in compagnia dell’eventuale vittima designata del raid (che una vittima fosse stata designata è comunque ancora da verificare). Meno probabile sembra l’ipotesi che vedrebbe il ragazzo rispondere al fuoco, gli esami al riguardo chiariranno il quadro.
Il legale della famiglia Cesarano considera Genny “un’altra vittima della camorra”, mentre gli amici sottolineano il fatto che in quel quartiere la situazione non è nuova e che la paura di finire vittima di una sparatoria nel bel mezzo di una chiacchierata con amici cresce ogni sera di più. Contro una camorra che sembra avere ancora solide basi in ogni settore (basti pensare alle indagini sulle infiltrazioni camorristiche negli stadi), De Luca e De Magistriis fanno sapere di voler spendere ogni goccia di sudore; nel breve periodo infatti sarebbero pronte nuove telecamere e nuove forze di polzia. Indispensabile deve essere l’apporto e la controffensiva dello stato, ma è una guerra che deve combattersi anche dal punto di vista culturale, lottando contro quella cultura che vede spesso predominare l’omertà e la collaborazione verso un sub stato (quello camorristico) che viene visto, a volte, come l’unica via per una vita all’insegna della sicurezza economica.
Vale comunque la solita massima: non fare di tutta l’erba un fascio. Infatti un bel segnale è stato dato già in questi giorni, dove i cittadini napoletani sono scesi per le vie del Rione Sanità con scritte del tipo “No alla camorra”. Si attendono ora nuovi sviluppi delle indagini da parte delle forze dell’ordine che sono al lavoro per risolvere questi due nuovi omicidi.
foto raccolte da “Il Mattino”, ph. Renato Esposito e Alessandro Garofalo.