Festa dei Gigli di Nola: le due facce della medaglia

di Nello Cassese

Il giorno più atteso, 365 giorni di preparativi e 26 ore di ballata per un’edizione 2015 della Festa dei Gigli di Nola che ha avuto alti e bassi. Quest’anno la rituale Festa è stata un po’ ambigua, dal doppio volto. Una maggior copertura mediatica ed un maggior afflusso di turisti ma, allo stesso tempo, dei deficit organizzativi non da poco. L’elemento più lampante che salta agli occhi è quello della durata della Festa; era stato siglato infatti un “leggendario” protocollo d’intesa tra i capi paranza e la Fondazione per far finire la processione degli obelischi alle 6 del lunedì mattina, ma, non avendo nessun valore giuridico, come da previsione esso è stato violato e l’ultimo giglio ha terminato la sua esibizione alle 9.15 circa. Ben 26 ore di ballata, visto che la Barca ha cominciato la sua performance alle 8.30 circa della domenica mattina. Il “simbolo della Festa” è arrivato in Piazza Duomo la mattina dopo circa due ore dalla prima “alzata” e si è esibito solitario dinanzi ad un Comune stracolmo di persone.

A far compagnia al sindaco Biancardi infatti c’erano una delegazione di Gubbio, una di Sassari, alcuni onnipresenti parlamentari della zona e l’ammiraglio Mark E. Ferguson, comandante delle Forze Nato a Napoli e comandante della forza navale statunitense in Europa ed in Africa. Dinanzi a questa platea il Vescovo De Palma ha pronunciato la sua omelia che ben presto si è trasformata in un invettiva contro i politici : “Smettetela di parlarvi addosso e risolvete i problemi” , e ancora “Penso a quanti la festa é stata negata. Ai giovani, alle famiglie disperate, agli esodati”. Avranno sentito bene questo appello quei poltici che davano bella mostra di sè in Comune, così come l’avrà sentito bene il convalescente Vaslav che, picchiato alcuni mesi fa ora è quesi pienamente guarito e grazie all’Assessore Michele Cutolo ha potuto assistere alla ballata dal palazzo Comunale. Avranno sentito questo appello anche i suoi aggressori, che in un modo o nell’altro, godono ancora di una certa libertà; ma questa è un’altra storia.

Il cordone di sicurezza formato da vigilanza privata, forze dell’ordine e polizia municipale ha funzionato abbastanza bene e le strade erano invase solo da veicoli a due “ruote”, comunemente chiamati uomini. I vicoli purtroppo erano invasi anche da ben altro: cumuli di immondizia, per una città che in occasione di un tale afflusso di persone era quasi sprovvista di smistatori di rifiuti, se non in alcuni punti.

D’altronde la Festa 2015 non era cominciata sotto i migliori auspici. Alla Piazza stracolma di gente in occasione del “Capodanno Nolano” aveva fatto da contrappeso, neanche due settimane prima della ballata domenicale, la riunione in Fondazione tra commercianti, cittadini e membri dell’organo della Festa riguardo il Food Festival. Un evento che tra l’altro non pare abbia portato chissà quale beneficio di prestigio alla città e, a quanto pare, ha causato una visita della Guardia di Finanza negli uffici comunali. E’ questo in effetti l’aspetto più eclatante di una Festa, e probabilmente di una città, gestita sempre più in maniera privatizzata, fumosa e caotica. Così come caotica è stata la gestione dei parcheggi; nonostante il sindaco Biancardi avesse profetizzato una lotta ininterrotta all’abusivismo, vi erano dappertutto parcheggiatori abusivi, anche in vie periferiche che ospitano case di privati. Passiamo infine allo spettacolo offerto. Per quanto riguarda il weekend clou, è stato offerto un bellissimo show con cene e comitati coinvolgenti, con ballate accompagnate da scroscianti applausi e incitamenti e con molti turisti incuriositi, alcuni dei quali colti a gironzolare per le vie del centro storico con l’ausilio dei navigatori satellitari sul cellulare. Un po’ più sterile invece è apparso lo spettacolo offerto nelle altre giornate. Per quanto rigaurda i premi, essi non sono stati assegnati dalla Fondazione, se non per la Barca e il Bettoliere che hanno ricevuto il “Giglio Virtuoso”, segno che è viva ancora in qualcuno la cultura di una Festa all’insegna della fede, del sacrificio e del divertimento. Altri premi sulle performance del percorso invece sono stati offerti a paranze e musica da privati cittadini o da attività locali; che sia forse un altro segno che la competizione resta ancora una piaga difficile da estirpare nella Festa?

Dopo un mix così variopinto di turisti e artisti, non possono non essere sorvolati alcuni interrogativi su una Festa millenaria che sembra sempre più gestita dai capiparanza e dalla politica. Qual è il ruolo della Fondazione e del Comune nella Festa? I cittadini avranno mai veramente la possibilità di partecipare attivamente all’organizzazione di un evento così vicino alla gente? Si riuscirà davvero a valorizzare a livello internazionale un evento che si pregia del sigillo UNESCO?

Intanto, dopo la notizia che la paranza nolana Stella non ha trovato sistemazione a favore della terza paranza barrese, è scoppiata già la polemica per l’edizione 2016. Appuntamento all’anno prossimo, la Festa è solo per il Santo?

di Nello Cassese

 

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