Ad una settimana dalla pubblicazione del nostro reportage sullo stato di degrado del cosiddetto “48” di Nola (QUI il servizio), sono ancora molte le domande che ci si dovrebbe fare e che ancora non hanno risposta. Proviamo a riassumerle:
Le schede elettorali
Cosa ci facevano in un luogo così abbandonato decine e decine di schede elettorali del referendum del 2006 firmate e vidimate anche dal Comune di Nola? Chi le ha portate lì? A che scopo? Perchè non le ha “semplicemente” bruciate? Nel 2006 c’era al governo comunale l’amministrazione del compianto sindaco Felice Napolitano, mentre in Italia si votava per il referendum costituzionale che voleva mettere fine al bicameralismo perfetto e ridurre i parlamentari: votarono 11150 elettori, le schede bianche furono 52, quelle nulle 89, vinse nettamente il no.
Il silenzio (per ora) della politica
La situazione del 48 a Nola è tristemente risaputa, eppure dopo la diffusione di queste nostre immagini non c’è stato alcun commento, neanche di critica (sacrosanta, in democrazia) su ciò che è stato reso visibile. Comprensibile che l’amministrazione sia impegnata nella lotta al Covid e nella risoluzione dei problemi di bilancio, così come è comprensibile che le autorità regionali o statali non abbiano intercettato queste immagini. Non è tuttavia comprensibile che non vi sia stato alcun esponente politico locale, di qualsiasi colore e schieramento, che abbia commentato questa che è una delle situazioni più drammatiche presenti sul nostro territorio, nonostante nelle settimane e nei mesi successivi non avessero lesinato post sui social su eventi di portata ben minore. L’augurio, a questo punto, è che questo silenzio sia compensato da altrettanto interessamento e che qualcosa lo si stia davvero prevedendo.
I lavori
Pochi giorni dopo le riprese, all’interno della struttura sono cominciati dei lavori di pulizia anche con delle ruspe. Chi li ha commissionati? Qual è l’obiettivo? Un cartello interno dichiarava la zona recintata per pericolo di residui bellici, appare però strano che nei decenni passati nessuno si sia accorto di questo pericolo.
I cancelli
Anni fa fu scoperto all’interno dell’ex caserma un vero e proprio albergo abusivo con persone che “affittavano” le stanze a senzatetto. 2 cancelli furono chiusi con i lucchetti (e lo sono tuttora), uno invece è ancora aperto ed è da lì che tutti entrano. L’apertura è ben visibile. Perchè è aperto?
I rifiuti
Montagne di rifiuti sono stati ritrovati, diversi anche speciali, e altre tonnellate potrebbero essere ancora nascosti nella selva esterna alla caserma. Altri rifiuti invece sono stati accalcati dalle ruspe negli scorsi giorni. Come verranno smaltiti tutti questi rifiuti?
Gli indigenti e i senzatetto
Chi sono quelle persone che abbiamo trovato a cucinare e a dormire negli ex locali della caserma? O, quantomeno, noi abbiamo fatto le nostre verifiche e abbiamo un’idea di chi siano ma il Comune è conscio che in quei locali ci dormano persone e che ci sono situazioni al limite della legalità? I due ragazzi intervistati (non sono gli unici che dormono lì, ndr) hanno chiarito che le autorità e il Comune ne sono a conoscenza. Che sia più conveniente lasciarli lì e girare la faccia piuttosto che adoperarsi per un processo di reinserimento e sostegno? Cosa servirebbe per risolvere questo problema? Se dovessero essere considerati pericolosi per la sicurezza pubblica, perchè non si è mai intervenuti? Quale sarà la loro sorte?
Le responsabilità
Quante amministrazioni possono essere considerate responsabili di questo pluridecennale scempio? Chi, fattivamente, ha preso le decisioni sbagliate che hanno portato un bene del genere a degenerare in questo modo? Sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione, metà struttura è pronta per essere fruibile, l’altra è diroccata: perchè soldi pubblici spesi per lavori del genere hanno portato a un nulla di fatto? Il Comune non ne ha la proprietà, non si è mai riusciti ad arrivare ad un progetto di riqualificazione d’accordo con lo Stato che potesse prendere vita. Lo Stato, attraverso il Demanio, si rende conto dei danni arrecati ai contribuenti ed alla comunità?
La programmazione
Il progetto originario di creare una cittadella giudiziaria si è arenato. Tempo fa, durante l’ultima amministrazione Biancardi, si era previsto un cambio del suolo pubblico per attirare investitori. Ad oggi però nulla sembra essere in procinto di cambiare e la spada di Damocle del dissesto finanziario pesa. L’amministrazione Minieri, assieme al Movimento Piazza d’Armi, ha intavolato nuovi discorsi per riqualificare la zona, operazione che però appare incompleta senza il passaggio di proprietà della struttura. Nel programma elettorale dell’attuale sindaco si poteva leggere che “Piazza D’Armi deve diventare il cuore della vita cittadina. Gli spazi dell’Ex Caserma dovranno ospitare il progetto originario della Cittadella Giudiziaria. Nelle cosiddette “casermette” dell’Ex Caserma si punta a realizzare un Polo Fieristico Permanente, per consentire la realizzazione di eventi regionali e nazionali, sulla scorta di esperienze come la Mostra D’Oltremare, oltre al contestuale recupero dei finanziamenti per la realizzazione dei capannoni destinati alle Botteghe d’Arte cartapestaia”. Un progetto ambizioso e che farebbe davvero bene alla città. Il Demanio che intenzioni ha? Qual è il futuro della caserma? Qual è la situazione attuale di questi progetti?
Il dovere di un giornalista è fotografare la realtà e porre domande. Le situazioni però le cambiano gli organi politici e amministrativi. L’augurio è che, anche in assenza di comunicazioni, si stia effettivamente lavorando per ridare lustro a quell’area. Sarebbe una vittoria non solo per la politica ma per una città intera. Per ora non ci resta che rimanere con una brutta fotografia in mano, sperando che quanto prima potremo ammirare un bellissimo quadro.