Verso l’era 5G: esistono rischi per l’ambiente e la salute?

di Annibale Napolitano

Negli ultimi mesi si è a lungo discusso di 5G e dei suoi effetti su ambiente e salute umana. Oggi proveremo a fare un’analisi di cosa è il 5G e quali potrebbero essere i rischi (solo alcuni, per dovere di sintesi di cronaca giornalistica) per l’ambiente e la salute umana di questa tecnologia.

Cosa è il 5G?

Innanzitutto chiariamo che con il 5G si indicano le tecnologie e gli standard di quinta generazione successivi a quelli di quarta generazione, che permettono quindi prestazioni e velocità superiori a quelli del 4G che l’ha preceduta. Il 5G è da quasi un decennio in fase di ricerca e di sviluppo e diventerebbe operativo nel prossimo biennio 2020-2021 in Italia. Il 5G, infatti, impiegherà frequenze basse (in Italia, banda a 700 Mhz), medie (banda a 3,6 Ghz) e alte (banda a 26 Ghz e superiore, corrispondente alle onde millimetriche). Le frequenze di questa ultima banda consistono principalmente in onde millimetriche, un tipo di radiazione elettromagnetica con lunghezza d’onda che vanno da 1 a 10 millimetri e frequenze che vanno da 24 a 300 GHz. Le caratteristiche delle onde millimetriche sono diverse rispetto alle frequenze “a banda bassa” (ovvero le microonde) utilizzate da industrie di telefonia mobile e wireless. Le onde millimetriche sono in grado di trasmettere una grande quantità di dati su brevi distanze. I dati possono essere spostati ad alte velocità (fino a 10 miliardi di bit al secondo, o 10 Gb/s) con ritardi (o latenze) brevi tra le trasmissioni.

La Next Generation Mobile Networks Alliance definisce i seguenti requisiti per le reti 5G: velocità di dati di 1 gigabit al secondo simultaneamente a molti lavoratori con gli uffici posti sullo stesso piano; parecchie centinaia di migliaia di connessioni simultanee per reti di sensori senza fili capillari e di grandi dimensioni; efficienza spettrale significativamente potenziata in confronto al 4G; copertura del segnale migliorata; efficienza dei segnali potenziata; latenza significativamente ridotta in confronto all’LTE.

La Next Generation Mobile Networks Alliance ritiene inoltre che il 5g dovrebbe andare a soddisfare anche nuovi casi d’uso, come l’Internet of Things (in Italiano l’internet delle cose, ovvero dispositivi connessi a internet), nonché servizi di trasmissione e linee di comunicazione d’importanza vitale in occasione di disastri naturali. La fascia di operatività del 5G può avvenire, come già detto, nella banda di spettro corrispondente alle microonde da 3 GHz a 300 GHz, ed è questo aspetto che risulta il più controverso. Le assegnazioni delle frequenze agli operatori commerciali hanno valso allo Stato Italiano nel quinquennio 2018-2022 6,55 miliardi di euro. Le sperimentazioni da parte delle principali compagnie commerciali di telefonia mobile italiane termineranno il 31 dicembre 2021. Le compagnie italiane che hanno investito di più sono Tim e Vodafone con circa 2,4 mld di euro a testa.

Quali i rischi per la salute?

L’introduzione di nuove antenne che fanno leva su satelliti posti in orbita ha portato molti a ritenere che ci fosse un aumentato rischio di patologie connesse alle onde elettromagnetiche, già molte intense nelle nostre città. L’ AIRC ha smentito al momento l’associazione tra 5G e tumori tipo gliomi. Alcune ricerche sostengono che l’uomo assorbirebbe meno frequenze con il 5G che con le tecnologie precedenti (4G e 3G). Di certo non si conoscono gli effetti a lungo termine, dato il recente sviluppo della tecnologia. Tuttavia, studi indipendenti, condotti nel tempo sulle onde millimetriche, ovvero lontani da finanziamenti che potrebbero essere di parte, fanno luce su aspetti controversi. Innanzitutto precisiamo che se sono noti gli effetti a breve e a lungo termine delle microonde, sono noti anche quelli a breve e a lungo termine delle onde millimetriche ma sono di tipo preliminare, ovvero in base a test effettuati in mancanza di 5G (ma ciò non vuol dire che non ci siano rischi cancerogeni a lungo termine per il 5 G specie con una densità di potenza 100 volte più elevata). Solo per fare un esempio di studio in materia, nel 2016 è stato pubblicato un interessante articolo di ricerca sugli effetti delle onde millimetriche sui batteri e non “semplicemente”, per così dire, sulle persone, sulla pelle umana e le singole strutture cellulari del nostro corpo (Soghomonyan, 2016). Secondo gli autori i risultati della ricerca sono i seguenti:

I batteri e altre cellule potrebbero comunicare tra loro mediante il campo elettromagnetico in un intervallo sub-frequenze estremamente alto. Le onde millimetriche hanno colpito l’Escherichia Coli e molti altri batteri, deprimendo la loro crescita e cambiando proprietà e attività. Questi effetti erano non termici e dipendevano da diversi fattori.

Ma gli autori si spingono oltre e chiariscono alcuni aspetti importanti. Gli obiettivi cellulari significativi per effetto delle onde millimetriche potrebbero essere l’acqua, la membrana del plasma cellulare, e il genoma (cioè il Dna). Le conseguenze dell’interazione delle onde millimetriche con i batteri sono cambiamenti nella loro sensibilità a prodotti chimici biologicamente attivi, compresi gli antibiotici. Questi effetti sono importanti per la comprensione di come tali radiazioni cambino le vie metaboliche e l’impatto sui batteri nell’ambiente. Insomma, uno studio su tutti, come quello citato del 2016, sostiene che vicino a delle antenne del 5G possono crescere indisturbate colonie di batteri antibiotico-resistenti pericolosi per gli esseri umani. Già basterebbe questo solo elemento, tra i tanti che circolano sulla controversa questione 5G, per far scattare una soglia d’allarme, o quantomeno di informazione, nell’opinione pubblica. Secondo un altro recente studio sugli effetti non a lungo termine del 5G, le sue radiazioni elettromagnetiche possono viaggiare dalla pelle fino al sistema nervoso e da qui colpire occhi, testicoli e ghiandole: una tossicità del 5G che, secondo i critici, arriverebbe a colpire anche flora e fauna terrestre.

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