5 è il numero perfetto è un film di genere drammatico-noir-azione del 2019 diretto da Igor Tuveri / Igort, trasposizione cinematografica del suo omonimo fumetto del 2002. La pellicola ha per interpreti principali Toni Servillo (Peppino Lo Cicero), Valeria Golino (Rita), Carlo Buccirosso (Totò ‘O Macellaio), Lorenzo Lancellotti (Nino Lo Cicero) Iaia Forte (Madonna), Emanuele Valenti (Ciro), Vincenzo Nemolato (Mr. Ics), Mimmo Borrelli (don Guarino), Nello Mascia (il Dottore) e Gigio Morra (don Lava).
Fra i riconoscimenti il film vanta il premio David di Donatello 2020 “miglior attrice non protagonista” (Valeria Golino), il premio Ciak d’Oro “miglior locandina” ed il Premio Pasinetti “miglior attrice” (Valeria Golino) alla Mostra internazionale d’arte cinematografica 2019.
TRAMA Napoli, 1972. Peppino Lo Cicero è un vecchio guappo e sicario della camorra ormai in pensione ed è orgoglioso della carriera che il figlio Nino sta intraprendendo nella gerarchia criminale. Quando questi viene freddato in un agguato, la vendetta è l’unica strada possibile per un uomo d’onore come Lo Cicero. Con l’aiuto di Totò ‘O Macellaio, suo vecchio amico e guappo come lui, e di Rita, la donna che da vent’anni lo ama e lo aspetta, Peppino dovrà essere più feroce e abile dei suoi nemici per salvare la vita propria e delle persone che ama.
«Tenevo un cugino, si chiamava Lino. Ma tutti quanti lo chiamavano ‘La Tartaruga’, e sai perché? Perché non faceva che ripetere “Cinque è il numero perfetto […] Due gambe, due braccia e chesta faccia. Chesta è ‘a casa mia”. Intendeva dire con questo che era indipendente e non doveva dare conto a nessuno, comma ‘a tartaruga».
ANALISI L’azione scorre veloce scandita in 5 capitoli con un tono che palesemente, ed in modo molto divertente, strizza l’occhio a Tarantino. Le sparatorie in perfetto omaggio all’Action di epoca d’oro (’70 – ‘90), seppur attenuate dall’effetto-fumetto, concedono fra uno scontro e l’altro qualche tregua per far conoscere meglio il carattere controverso dei personaggi, animi dannati che ormai prigionieri di un contesto criminale non possono evitare le drammatiche conseguenze delle loro scelte di vita. E quando tutto sembra portare ad una conclusione di apparente redenzione, l’ultimo colpo di scena nel finale è un’amara presa di coscienza di quanto salato sia il prezzo da pagare per una condotta inevitabilmente destinata alla dannazione.
DAL FUMETTO… Igort, pseudonimo di Igor Tuveri (Cagliari, 26 settembre 1958) è un fumettista, sceneggiatore e regista italiano che ha iniziato la sua carriera negli anni ’70 collaborando con numerose riviste nazionali, tra cui Linus e Frigidaire, e straniere come Métal Hurlant e The Face. La prima notorietà la raggiunge negli anni ’80 e nel 1983 fonda Valvoline, collettivo di avanguardia artistica che produce un supplemento mensile pubblicato in edicola nella rivista Alter Alter edita da Rizzoli ed estende la sua attività ad altri campi (design, pittura, moda, musica). Dal 1991 per oltre tre lustri scrive e lavora per la casa editrice nipponica Kōdansha. Il successo in vari campi artistici lo porta a fondare nel 2000 con Carlo Barbieri la casa editrice Coconino Press dove lavora fino al 2017. Presso questa nel 2002 viene pubblicato 5 è il numero perfetto, noir napoletano iniziato a disegnare a Tokyo e ultimato dopo circa dieci anni di elaborazione e riscrittura.
Il libro esce simultaneamente in 6 Paesi e l’anno successivo vince il premio come libro dell’anno alla Fiera del libro di Francoforte, divenendo nel corso degli anni il libro più popolare di Igort. Nel 2014 annuncia sulla sua pagina Facebook la pubblicazione di un’opera, I quaderni giapponesi, un memoir, saggio a fumetti, libro di viaggio e reportage disegnato che racconta gli anni dell’autore trascorsi in terra nipponica e che negli anni successivi vedono un successo. Nel febbraio 2018 Igort è nominato direttore di Linus. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre a Milano, Lucca, Parigi, New York, Tokyo, Shanghai e tante altre. Nel 2019 i quaderni giapponesi approdano al British Museum in occasione della mostra sui manga curata da Paul Gravett.
«Tutto si paga in un modo o nell’altro. Quello forse era il prezzo per vivere una vecchiaia tranquilla. Come qualcuno con la coscienza a posto».
…ALLA CELLULOIDE Nel ruolo di regista e sceneggiatore Igort offre una trasposizione che, alternando in perfetto equilibrio fumetto e celluloide, sfruttando a dovere una scenografia suggestiva nel suo essere cupa e avvalendosi di interpreti impeccabili nel delineare i caratteri, regala il divertimento di azioni spettacolari e l’emozione dell’intrigo che sorprende gli amanti del noir dove agiscono animi inevitabilmente condannati dalla scelta deviata di una vita criminosa.
Le contraddizioni ed i tormenti interiori rispecchiano in modo perfetto la natura del contesto in cui si svolge l’azione. Napoli ha nella sua essenza la convivenza di bene e male ed il fascino di questo mondo non smette di sorprendere in qualunque veste si decida di rappresentarlo. E, al di là della finzione in pagine, in disegni, o in celluloide, è lezione di vita da ricordare che sempre, prima o poi, si deve pagare il conto delle proprie scelte.
INTRIGANTE.